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    Sienamania:| Una sconfitta che fa male

    Sienamania:| Una sconfitta che fa male

    Ripensare alla sconfitta di domenica scorsa a mente fredda fa paradossalmente ancora più male. Si, perché se è vero che un ko contro la squadra più forte del campionato può tranquillamente essere messo in preventivo, dispiace molto e rammarica ancora di più il modo in cui è arrivato. Una delle migliori Robur ha infatti dovuto soccombere solo a cinque minuti dalla fine, e proprio nel momento in cui tutti i tifosi avevano cominciato ad accarezzare l'idea di fare punti in una domenica sulla carta tra le più proibitive della stagione. Fin dalle prime battute era sembrato infatti un Siena ben diverso da quello sbiadito e timido visto sette giorni prima sotto la pioggia dell'Olimipico, motivato e carico nel tentare il tutto per tutto per fare uno scherzo al suo ex allenatore Conte e proseguire nel cammino di crescita intrapreso dal secondo tempo con l'Udinese in avanti.

    Il problema è però che nel calcio se non si sfruttano le occasioni da rete concesse dagli avversari, specie se di caratura infinitamente superiore, alla fine è difficile fare punti. Le due palle gol divorate da Rosina (più comprensibile la prima dopo pochi secondi di gioco, incredibile, anche a detta di Cosmi, la seconda a pochi metri da Buffon), quella sciupata da Calaiò sull'1-0 per la Juventus, sono solo alcune delle opportunità che i bianconeri di casa non sono colpevolmente riusciti a sfruttare nel modo migliore. Per fare punti contro queste squadre occorre essere bravi, quasi più di loro, ad approfittare degli errori dell'avversario, apparso ancora in rodaggio e decisamente meno straripante della Juventus della passata stagione. Se poi a questo si aggiunge una direzione di gara da parte di Mazzoleni, specie nel primo tempo, decisamente fastidiosa e quasi a senso unico (soprattutto nella gestione dei cartellini gialli), ecco che la domenica diventa di quelle da dimenticare in fretta.

    Invece da una partita come quella del 'Franchi' bisogna cercare di prendere quanto di buono si è visto. Vergassola e compagni erano chiamati a dare un segnale e dimostrare che quella contro la Lazio era solo una casualità dettata dalla stanchezza del triplice impegno in sette giorni. Così in realtà si è visto che ben poco (oltre all'imprecisione nel momento di concludere) si può rimproverare ai bianconeri, scesi in campo con la determinazione giusta e senza troppi timori reverenziali. Adesso arriva la sosta. La rabbia del momento farebbe propendere per voler tornare subito in campo alla ricerca del riscatto. Invece una domenica di stop può essere utile a ricaricare le pile e preparare al meglio il match di Bergamo, già snodo fondamentale per rincorrere la difficile salvezza.

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