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Shevchenko sogna il Milan: 'Dopo l'Ucraina voglio un club. Prima l'Europeo, poi mi guarderò attorno...'
Andriy Shevchenko apre di nuovo a un futuro sulla panchina del Milan. L'ex attaccante rossonero è intervenuto alla trasmissione "Tutti convocati" di Radio 24 e ha parlato anche del proprio futuro: "Mi piacerebbe molto allenare in Italia. Quando la mia avventura con l'Ucraina finirà, voglio allenare un club. Ora sono concentrato sulla nazionale, tra poco inizia la preparazione agli Europei, poi mi guarderò intorno...". E tra le possibilità per il futuro a breve o medio termine di Shevchenko c'è proprio la panchina della squadra che, da calciatore, gli ha consentito di convertirsi in uno degli attaccanti più forti a livello europeo e di vincere un Pallone d'Oro.
IL SOGNO - "All'inizio non mi sentivo pronto per fare questo lavoro, poi ho studiato, ho analizzato la squadra e ho capito di cos'aveva bisogno la squadra. Ho chiesto a Maldera e a Tassotti di aiutarmi, sono contento di questa scelta. Mi piace molto fare l'allenatore. Allenare il Milan? Un sogno", ha ribadito ieri intervenendo come ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa". Il suo contratto con la federazione ucraina scade a dicembre del 2022, al termine di un Mondiale che Sheva proverà a raggiungere con la sua nazionale. A meno che da Milano e dal suo grande amico Paolo Maldini non arrivi la tanto sospirata telefonata, a maggior ragione qualora i rossoneri fallissero l'accesso alla prossima Chamoions League e la posizione di Stefano Pioli finisse in discussione.
IL SOGNO - "All'inizio non mi sentivo pronto per fare questo lavoro, poi ho studiato, ho analizzato la squadra e ho capito di cos'aveva bisogno la squadra. Ho chiesto a Maldera e a Tassotti di aiutarmi, sono contento di questa scelta. Mi piace molto fare l'allenatore. Allenare il Milan? Un sogno", ha ribadito ieri intervenendo come ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa". Il suo contratto con la federazione ucraina scade a dicembre del 2022, al termine di un Mondiale che Sheva proverà a raggiungere con la sua nazionale. A meno che da Milano e dal suo grande amico Paolo Maldini non arrivi la tanto sospirata telefonata, a maggior ragione qualora i rossoneri fallissero l'accesso alla prossima Chamoions League e la posizione di Stefano Pioli finisse in discussione.