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  • Sesto Natale col Var, ma ancora non ci siamo: l'errore umano resterà sempre, a quando il Challenge alle panchine?

    Sesto Natale col Var, ma ancora non ci siamo: l'errore umano resterà sempre, a quando il Challenge alle panchine?

    • Gianfranco Accio
    Dopo tanti anni dedicati, da Aldo Biscardi, alla promozione della moviola in campo, anche il calcio, ha dovuto prendere atto delle nuove tecnologie che il progresso scientifico ha saputo sviluppare in altri sport antesignani nell'applicazione di questo strumento così sofisticato.

    Questo sistema rivoluzionario di giudizio, è entrato in vigore in Italia, nel campionato 2017-18. Il Var (o se preferite la Var) è l'acronimo di Video Assistant Referee, cioè un sistema che assiste e supporta il direttore di gara, fornendo immagini e comunicando eventuali errori o situazioni di difficile interpretazione che possono verificarsi sul terreno di gioco. Riassumendo ìl Var può intervenire in in alcune fasi principali. La prima concerne nella segnalazione all'arbitro di una situazione dubbia da rivedere, cioè comunicando alla “giacchetta nera” di una volta, quello che viene rilevato osservando le immagini dei video registrati. L'arbitro potrà così farsi un'idea più precisa spostandosi su un monitor a bordo campo per beneficiare della visione diretta. Anche in caso di scambio di un giocatore per un altro, il Var può farlo presente al giudice di gara per segnalare l'incongruenza. Insomma una serie di tasselli sanzionatori o di correzione, che possono formare un mosaico di valutazioni più affidabili. Ad esempio la possibilità o meno, dell'assegnazione di un rigore, assumendo, una sua decisione più aderente alla realtà. Lo stesso dicasi per un cartellino giallo, che da un esame più approfondito, attraverso la percezioni delle immagini sul monitor, può diventare rosso o viceversa, rimuovendo, eventualmente, la prima impressione derivata dal campo.

    In taluni casi il Var appare davvero indispensabile, se utilizzato da coloro che gestiscono questo strumento con grande meticolosità. Del resto anche gli addetti al Var possono sbagliare l'interpretazione di alcune immagini. Tutto ciò perchè i “giudici ausiliari” che si trovano nella sala Var, essendo esseri umani, possono anche commettere l'errore che non ti aspetti. Questa tecnologia appare decisamente più aderente alla realtà nella valutazione di un fuorigioco, che un tempo veniva affidato agli occhi di lince (si fa per dire) dei bravi guardalinee di una volta. Oggi, con l'immagine che scaturisce da una posizione ideale, in linea con l'azione di gioco, il margine di errore (magari millimetrico) si riduce sensibilmente. In certi casi, le perplessità del mancato intervento del Var, riducono l'attendibilità dell'analisi di quanto accaduto.

    Senza ripercorrere a ritroso sviste e disattenzioni di un tempo, si potrebbe esemplificare, che anche nell'ultimo turno di campionato, che ha preceduto il Natale, si sono notate alcune sbavature. A parte la vivacissima gara tra Roma e Napoli, giudicata in chiave, eufemisticamente, non certo natalizia, è doveroso osservare che, nella fattispecie, la totale “assenza” dei giudici Var, avrebbe invece meritato una peculiarità di collaborazione più presente e incisiva tra i due apparati decisionali.

    Anche in occasione di Bologna – Atalanta, si potrebbe citare quanto accaduto al 24esimo del primo tempo, nella gara tra Bologna e Atalanta. Il rossoblu Ndoye scattava velocemente sulla fascia destra ma Kolasinac dell'Atalanta, lo fermava in modo dubbio, con una sbracciata sul collo meritevole se non di espulsione diretta, ma almeno di un doveroso cartellino giallo. Ebbene, in questo caso né l'arbitro né dalla sala Var arrivavano segnalazioni sanzionatorie. Insomma l'accaduto avrebbe dovuto essere valutato con maggior attenzione.

    Ho citato solo due casi paradigmatici per testimoniare, aldilà della pacifica buona fede, che neppure con il conforto della tecnologia si possono raggiungere risultati irreprensibili.

    Concludendo, l'attivazione di questo strumentale perfezionamento di giudizio, ha certamente contribuito a rimuovere certi grossolani errori, per così dire ancestrali, rendendo più verosimili le decisioni arbitrali. Per ritoccare ulteriormente questo prezioso sistema, sarebbe opportuno utilizzare, la richiesta di una chiamata di verifica per ogni tempo da parte degli allenatori, come del resto avviene già nel tennis con la chiamata del giocatore, che notifica al giudice di sedia una revisione da parte del cosiddetto “challenge o falco”, di una pallina che può toccare o meno la linea bianca. Accorgimento che dovrebbe essere approvato senza alcuna riluttanza anche nel calcio. Questo correttivo renderebbe meno conflittuali alcune interpretazioni, spesso contestate dai tecnici a bordo campo, proprio per il mancato intervento del Var. Tuttavia, sia ben chiaro, che l'errore umano sarà sempre presente. In ogni caso gli sforzi per renderlo meno frequente, quindi perfettibile, potrebbero esser, in tempi brevi, saggiamente adottati.

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