Serie C: sciopero evitato, ma scoppia il caso Vibonese
Evitabile, forse. La storia della fideiussione «inefficace» del Messina, reo di non aver mai presentato garanzie alternative a quelle rese nulle dal crac della Gable, gira da quest’inverno. Solo che in questi mesi, tra udienze, ricorsi, richieste di accesso agli atti negate, il club siciliano è stato penalizzato solo per averla presentata in ritardo, non irregolare, come ora farebbe intendere la Corte. Chi ha sbagliato, nel caso? La Procura federale che avrebbe toppato capo d’accusa? La Covisoc che non avrebbe controllato bene? La Lega Pro che avrebbe negato l’accesso agli atti? Ma ieri era più urgente prendere una decisione: reagire, e come? Dopo ore di consulti, Tavecchio è andato a cena con un pensiero lacerante: la Figc aspetta le motivazioni della sentenza, che arriveranno entro martedì, ma è orientata a ricorrere al Collegio di garanzia del Coni contro la decisione della «sua» Corte d’appello. Nel frattempo – perché ci vorranno giorni o settimane – la Serie C partirà regolarmente, senza la Vibonese, che, qualora fosse riammessa in Serie C (cosa che in Calabria hanno già festeggiato...), dovrà avere il tempo di produrre la documentazione per la licenza e di rimettere mano alla rosa.
Peccato che la grana Vibonese faccia passare in secondo piano l’esito positivo della trattativa con l’Assocalciatori, che ieri sera ha revocato lo stato di agitazione, scongiurando il rischio dello sciopero. «Una decisione saggia, sono felice di aver sventato uno sciopero che non avrebbe fatto bene a nessuno», racconta legittimamente Gravina. Felice anche Tavecchio, che molto si è adoperato, «convinto che solo attraverso il dialogo tra la Figc e tutte le componenti federali si possa continuare il percorso di riforma del nostro calcio rendendolo più moderno e sostenibile». Decisiva, oltre al contributo di 500mila euro che Figc e Lega Pro destineranno al fondo di solidarietà, la modifica adottata ieri dall’assemblea delle società, convinte da Gravina, al regolamento sugli over 22: ai 14 fissati per rosa si potranno aggiungere il calciatore bandiera, quello cresciuto nel vivaio e due, non più uno, fidelizzati.