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    Serie B, playoff mondiali: Inzaghi sfida l’amico Nesta, anche Grosso in cors(A)

    Serie B, playoff mondiali: Inzaghi sfida l’amico Nesta, anche Grosso in cors(A)

    • Furio Zara
    Sono i play off di B, sembrano una rimpatriata di ex glorie azzurre che oggi siedono in panchina. In ballo tre Campioni del Mondo. Pippo Inzaghi (Venezia) se la giocherà contro Alessandro Nesta (Perugia), poi c’è Fabio Grosso (Bari) che dovrà vedersela contro l’intruso, sia detto con rispetto, Roberto Venturato (Cittadella). Ad unire questi vecchi ragazzi c'è la favola di Germania 2006. Nesta in quel Mondiale giocò solo le prime tre gare del primo turno, contro Ghana, Stati Uniti e Repubblica Ceca, partita nella quale si infortunò e alzò bandiera bianca. Una sola presenza per Pippo Inzaghi, entrato nella mezzora finale, proprio con la Repubblica Ceca: lasciò comunque il segno, suo il gol del 2-0 in contropiede (c’è ancora Barone appostato in mezzo all’area che aspetta il suo passaggio).

    Inzaghi e Nesta sono stati insieme per un decennio in nazionale (Ale ha debuttato nel 1996, Pippo l’anno dopo) e per un decennio al Milan (Pippo arrivò via Juve nel 2001, Ale l’anno dopo: entrambi chiusero nel 2012), contribuendo all’ultima vera infornata di coppe nella storia del club rossonero. Insieme - tra le tante coppe - hanno vinto due Champions e due scudetti. Inzaghi arrivò al Milan a 28 anni, nel pieno della maturità: Berlusconi sborsò 70 miliardi di lire, fu il colpo grosso di quel mercato. L’estate del 2002 fu quella che vide Nesta vestire il rossonero, tra misteri, colpi di scena e bugie. La Lazio di Cragnotti - in piena crisi economica - mise in vendita il suo capitano. Il prezzo: 45 milioni di euro. Nesta all’epoca - con Cannavaro - era il miglior difensore italiano, tra i primissimi in Europa. Due anni prima il Real Madrid ha provato a portarlo via alla Lazio. Galliani gela tutti: «45 milioni sono troppi». Si fa sotto la Juve, all’Inter c’è Cuper che lo chiede a Moratti. In piena trattativa Silvio Berlusconi - al Congresso di «Comunione e Liberazione» a Rimini - sentenzia: «Nesta al Milan? Non è possibile. Nel calcio siamo arrivati a livelli che davvero non hanno più nulla di economico e morale». Ultimo giorno di mercato: affare fatto per 31 milioni e spiccioli. La Lazio ha abbassato le pretese (urgeva liquidità), il Milan ha sferrato l’assalto decisivo. Cosa è successo nel frattempo? E’ successo che a portare Nesta al Milan ha contribuito - pensate un po’ - proprio Pippo Inzaghi, che con i suoi gol contro lo Slovan Liberec nei preliminari di agosto di Champions League assicura al Milan la qualificazione e un bel po’ di soldi. Nota a margine: quello è l’anno in cui il Milan di Ancelotti - a Manchester - vincerà la Champions ai rigori, nella sfida tutta italiana, contro la Juventus. Destini incrociati, quelli dei due amici, Inzaghi (che rischia la squalifica dopo l'espulsione col Pescara) e Nesta.

    E poi c’è Grosso, che di quel Mondiale in Germania è stato l’eroe indiscusso: giocò come se fosse stato prima benedetto dagli dei del pallone. Se chiudiamo gli occhi lo vediamo mentre segna il rigore decisivo a Berlino, ma se li riapriamo e ci concentriamo scopriamo che la cosa davvero straordinaria la fece il 4 luglio al Westfalenstadion di Dortmund al minuto 119 della semifinale contro la Germania: tiro a giro all’incrocio dei pali e dei desideri azzurri. 78 presenze azzurre Nesta, 57 Inzaghi, 48 Grosso: hanno fatto la storia. E per tutti loro questo in panchina è un nuovo inizio. Una sola partita (persa a Empoli) per Nesta sulla panchina del Perugia, dopo l’esperienza da coach a Miami. Primo campionato da allenatore «vero» anche per Grosso a Bari, dopo gli anni di formazione nella Primavera della Juventus. Più solido il percorso professionale di Inzaghi, che ormai allena da sei anni: Allievi e Primavera del Milan, una stagione in prima squadra, poi la decisione di (ri)partire dalla Lega Pro, con il Venezia subito promosso e ora con un’altra carta-promozione da giocarsi in mano.

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