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Serie A: le pay tv hanno perso oltre un milione di abbonati e per la Lega c'è la grana Arabia Saudita
E' uno scenario devastante per il calcio italiano il report di Ender Analys sul crollo dei ricavi delle pay tv nell'ultimo decennio, riportato da Business Insider Italia. E' il caso di parlare di vero e proprio tracollo, visto che dal 2009 al 2019 gli introiti dalle televisioni sono calati dell'8%, a fronte di un aumento del 78% del costo dei diritti. Per essere ancora più chiari, nel 2018 le tv a pagamento hanno perso oltre un milione di abbonati. Una situazione estremamente problematica e, in vista del pronunciamento definitivo della Lega Serie A sulla proposta di Mediapro per il triennio 2019-2021 atteso nelle prossime settimane, destinata a complicarsi ulteriormente.
RESTA SOLO SKY - Enders Analys ritiene infatti che il gruppo audiovisivo spagnolo, che si è impegnato alla realizzazione del canale della Lega, non possa chiedere a società già indebitate di farsi carico delle inevitabili perdite dei primi anni di attività. Questo perché, per gli effetti della legge Melandri, Mediapro non può vendere il suo prodotto in esclusiva ma dovrà renderlo disponibile per tutti gli operatori, perdendo di fatto la possibilità di massimizzare gli introiti. Resta dunque Sky, che ha trovato dall'anno scorso in Dazn una realtà più complementare (come è avvenuto pure in Germania) che concorrenziale; non trovandosi di fronte un vero e proprio competitor forte, quale interesse avrebbe il broadcaster ad alzare la posta per trasmettere le partite della Serie A anche negli anni a venire?
CASO BEINSPORTS - Un fronte aperto, apertissimo, con una presidenza di Lega rimasta vacante dopo le dimissioni di Miccicchè dopo l'apertura di un'indagine federale sulla sua elezione e con un amministratore delegato come Luigi De Siervo costretto a gestire un'altra patata bollente. Quella dei diritti di trasmissione all'estero, acquistati da IMG e poi rivenduti per 500 milioni di dollari ai qatarioti di BeINSports, che hanno fortemente criticato la scelta della Lega di A di disputare nuovamente la finale di Supercoppa Italiana in Arabia Saudita. Un Paese accusato di "piratare" da oltre due anni i diritti tv del campionato: "E’ stupefacente che la Serie A abbia deciso di andare avanti nonostante l’evidenza del danno che è stato causato agli interessi della Lega da parte di BeoutQ, l’operazione di pirateria saudita. E’ eccezionale quello che la Serie A apparentemente è disposta a mettere in pericolo, non solo i ricavi finanziari da uno dei principali broadcaster suoi partner, ma anche l’esposizione che BeIn garantisce al campionato sui mercati in diverse parti del mondo, dall’Europa all’Asia, in Medio Oriente e Nord Africa".
LA REPLICA - Circostanze sulle quali è tornato lo stesso De Siervo, che ha provato a ridimensionare la portata del caso: "Quando sono stato eletto ho trovato un accordo pluriennale per disputare le prossime finali di Supercoppa in Arabia Saudita. La Lega Serie A non poteva non onorare il contratto già sottoscritto. Inoltre sul territorio attualmente l’attività di pirateria di BoutQ dei nostri contenuti è cessata, sia su satellite che sulla piattaforma Iptv”. Resta il fatto che, come evidenzia ancora BeIN, con i ricavi domestici destinati a calare ulteriormente in Italia, il mercato dei diritti per l'estero diventa ancora più centrale. Un settore nel quale il nostro Paese è indietro anni luce rispetto alle altre nazioni europee.
RESTA SOLO SKY - Enders Analys ritiene infatti che il gruppo audiovisivo spagnolo, che si è impegnato alla realizzazione del canale della Lega, non possa chiedere a società già indebitate di farsi carico delle inevitabili perdite dei primi anni di attività. Questo perché, per gli effetti della legge Melandri, Mediapro non può vendere il suo prodotto in esclusiva ma dovrà renderlo disponibile per tutti gli operatori, perdendo di fatto la possibilità di massimizzare gli introiti. Resta dunque Sky, che ha trovato dall'anno scorso in Dazn una realtà più complementare (come è avvenuto pure in Germania) che concorrenziale; non trovandosi di fronte un vero e proprio competitor forte, quale interesse avrebbe il broadcaster ad alzare la posta per trasmettere le partite della Serie A anche negli anni a venire?
CASO BEINSPORTS - Un fronte aperto, apertissimo, con una presidenza di Lega rimasta vacante dopo le dimissioni di Miccicchè dopo l'apertura di un'indagine federale sulla sua elezione e con un amministratore delegato come Luigi De Siervo costretto a gestire un'altra patata bollente. Quella dei diritti di trasmissione all'estero, acquistati da IMG e poi rivenduti per 500 milioni di dollari ai qatarioti di BeINSports, che hanno fortemente criticato la scelta della Lega di A di disputare nuovamente la finale di Supercoppa Italiana in Arabia Saudita. Un Paese accusato di "piratare" da oltre due anni i diritti tv del campionato: "E’ stupefacente che la Serie A abbia deciso di andare avanti nonostante l’evidenza del danno che è stato causato agli interessi della Lega da parte di BeoutQ, l’operazione di pirateria saudita. E’ eccezionale quello che la Serie A apparentemente è disposta a mettere in pericolo, non solo i ricavi finanziari da uno dei principali broadcaster suoi partner, ma anche l’esposizione che BeIn garantisce al campionato sui mercati in diverse parti del mondo, dall’Europa all’Asia, in Medio Oriente e Nord Africa".
LA REPLICA - Circostanze sulle quali è tornato lo stesso De Siervo, che ha provato a ridimensionare la portata del caso: "Quando sono stato eletto ho trovato un accordo pluriennale per disputare le prossime finali di Supercoppa in Arabia Saudita. La Lega Serie A non poteva non onorare il contratto già sottoscritto. Inoltre sul territorio attualmente l’attività di pirateria di BoutQ dei nostri contenuti è cessata, sia su satellite che sulla piattaforma Iptv”. Resta il fatto che, come evidenzia ancora BeIN, con i ricavi domestici destinati a calare ulteriormente in Italia, il mercato dei diritti per l'estero diventa ancora più centrale. Un settore nel quale il nostro Paese è indietro anni luce rispetto alle altre nazioni europee.