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    Serie A, la farsa delle promozioni: salgono (e scendono) sempre le stesse

    Serie A, la farsa delle promozioni: salgono (e scendono) sempre le stesse

    • Furio Zara
    C’è poco ricambio tra A e B. Quindi poca aria fresca, poche idee che circolano, poche novità tattiche. Il nostro campionato rischia di diventare un compartimento stagno, una stanza chiusa, un salotto buono solo per pochi eletti, con 22-23 squadre che si danno il cambio. O meglio: con uno zoccolo duro formato da 14-15 squadre che ormai - seppur divise gerarchicamente da uno «status» economico sempre più marcato - hanno residenza fissa in A e altre 7-8 che fanno turnover. Salgono e retrocedono (quasi) sempre le stesse squadre: questo dice la cronistoria recente. La promozione garantisce un anno di Serie A (con relativi introiti derivanti dai diritti televisivi), ci si sta il tempo di una stagione e poi si scende, senza drammi, tanto prima o poi - a breve di solito - si risale. Quest’anno sono già retrocesse Benevento ed Hellas Verona. Due debuttanti, che l’anno scorso di questi tempi festeggiavano la promozione. La Spal ha buone possibilità di sfangarla. E’ lei l’anomalia.

    Strano che due neopromosse su tre retrocedano? No. Proprio per niente. L’anno scorso (2016-17) sono retrocesse Empoli, Palermo e Pescara. L’anno prima dalla B erano salite Cagliari, Crotone e Pescara (un anno e poi giù). Occhio ai nomi del mazzo. L’Empoli è appena risalito, il Palermo se la sta giocando, Cagliari e Crotone rischiano la retrocessione. L’intruso è il Pescara, impelagato nella lotta per evitare la C1. Stagione 2015-16: retrocedono in serie B Hellas Verona, il Frosinone e il Carpi. Queste ultime due erano neopromosse, la terza era il Bologna che ha trovato - con la proprietà canadese di Joey Saputo - solide fondamenta per assestarsi in Serie A, senza tuttavia confidare in un salto di qualità che - al momento - non è in programma. Dell’Hellas abbiamo detto: il «su e giù» da una categoria all’altra rischia di diventare un’abitudine. Il Frosinone ha «toppato», si fa per dire, la scorsa stagione (ma in un fotofinish-beffa) e quest’anno ha buone possibilità di farcela. Il Carpi invece - dopo lo storico exploit - è tornato alla sua dimensione, il torneo cadetto. Facciamo un altro passo indietro. Campionato 2014-15. E’ l’anno del «Crack Parma» con la squadra - allenata all’epoca da Donadoni - che fallisce dopo una girandola di improbabili timonieri ed è costretta a ripartire dai dilettanti. Due promozioni di seguito, riecco il Parma in B pronto a riprendersi la sua storia e il suo posto nel salotto buono. Quell’anno retrocedono anche Cagliari e Cesena. La squadra romagnola era neopromossa, le altre due dalla B alla A erano Palermo e Empoli: il loro percorso in questi quattro anni. Risultato: il turnover c’è, ma riguarda sempre gli stessi.

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