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    Serie A: che fine ha fatto la classe media?

    Serie A: che fine ha fatto la classe media?

    • Emanuele Tramacere
    Quello 2015/16 è sicuramente uno dei campionati di Serie A più equilibrati degli ultimi anni. Tante squadre racchiuse in pochi punti al vertice, una corsa che sembra destinata a proseguire fino a fine stagione, ma anche una lotta per non retrocedere che, Verona a parte, può ancora riservare grosse sorprese. Ma il campionato più equilibrato è segnale anche di un grosso cambiamento: una scissione in due tronconi delle squadre che vi partecipano. Da un lato le squadre che battagliano per Champions e Scudetto, dall'altra quelle che lottano per la salvezza da raggiungere il prima possibile. E in mezzo? La Serie A 2015-16 sta lanciando un segnale forte e chiaro: la vecchia "classe media" non esiste più.

    LE SETTE SORELLE -
    Ad inizio campionato si è parlato spesso del ritorno delle sette sorelle. Inter, Roma, Napoli, Juve, Milan, Fiorentina, Lazio in ordine sparso dovevano essere le squadre che avrebbero lottato a lungo per il vertice della classifica. Il rendimento flop della Juventus nelle prime giornate ha rischiato di estrometterla dalla corsa, ma con le 9 vittorie consecutive i bianconeri sono rientrati subito a contatto. Chi ha avuto qualche battuta d'arresto di troppo sono state Milan e Lazio, più staccate dalle altre 5 e con i rispettivi tecnici messi più volte in discussione. Ad oggi Napoli, Inter, Juventus, Fiorentina e Roma sono racchiuse in soli 7 punti con le prime quattro addirittura distanti soltanto 3 punti.

    RIDIMENSIONAMENTO DELLA CLASSE MEDIA - Ma un rendimento così elevato delle cosiddette big a cosa è dovuto? Le rose sono ampiamente competitive, ma anche negli anni passati squadre ben attrezzate hanno fatto fatica ad inanellare così tanti risultati utili consecutivi. Di fatto, in questa Serie A, mancano le squadre di media classifica, quelle che in passato si trovavano in lotta per un piazzamento in Europa League, quelle realtà che, seppur inferiori sulla carta alle grandi d'Italia, sono state costantemente capaci di metterle in difficoltà sul campo. I vari Parma, Torino, Sampdoria, Genoa, Udinese che sono arrivate a centrare o sfiorare la qualificazione in Europa League stanno vivendo oggi un netto processo di ridimensionamento (il Parma è addirittura fallito) dovuto soprattutto a obblighi economici. I talenti lanciati nel corso degli anni (da Sanchez al duo Immobile-Cerci) sono serviti a sanare tramite le cessioni i bilanci societari, ma hanno anche costretto i vari tecnici a rivisitare costantemente i propri progetti. Il risultato è l'abbassamento verso il basso delle ambizioni e l'ampliamento della forbice con le sette sorelle. 

    SOLO IL SASSUOLO IN MEZZO - Ad oggi l'unica vera realtà in grado di puntare con ambizione all'Europa League è il Sassuolo, attualmente sesto in classifica e con uno strepitoso ruolino di marcia contro le grandi d'Italia. L'ultimo successo allo scadere contro l'Inter fa dei neroverdi l'ammazzagrandi di questa stagione avendo battuto anche Napoli, Lazio e Juventus e avendo fermato sul pareggio Roma e Fiorentina. E' il Sassuolo l'ultima rappresentante della classe media italiana, ma anch'essa, con la cessione di Zaza prima e di Berardi a fine anno, si troverà probabilmente a ripartire nuovamente da zero nella stagione 2016-17. Ce la farà a confermarsi? La Serie ha bisogno anche di queste realtà.

    Twitter - @TramacEma

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