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Serie A, allarme rosso per gli sconti fiscali bloccati: Gravina scrive al Governo
Il mondo del calcio corre ai ripari. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha voluto esprimere, attraverso una lettera ai rappresentanti del Governo interessati, il ministro dell'Economia Gualtieri e a quello dello Sport Spadafora, le forti preoccupazioni delle società italiane - in testa quelle di Serie A - per gli effetti della circolare emessa due giorni fa dall'Agenzia delle Entrate sul congelamento dei benefici fiscali previsti dal Decreto Crescita del 2019 per i calciatori/allenatori tesserati da paesi stranieri.
Il mancato risparmio del 50% sulla tassazione degli stipendi crea un problema di grande rilevanza a livello economico, generato da un vizio di forma: in assenza di un decreto attuativo dopo il varo della legge in questione, ad oggi non è dato sapere chi debba gestire lo 0,50 delle imposte che i club sarebbero tenuti a versare allo Stato. Nasce da qui la richiesta di Gravina di ricevere chiarimenti e una risposta rassicurante in tempi rapidi; quando la norma fiscale era stata introdotta, l'idea era di destinare la cifra incassata dalle società per favorire nuovi investimenti sui settori giovanili, un compito che teoricamente spetterebbe proprio alla Federazione.
L'Ansa è entrata in possesso di parte del contenuto della lettera inviata da Gravina: "Nel manifestare notevoli preoccupazioni circa quanto asserito dalla Agenzia delle Entrate con la circolare ‘de qua’ la quale crea, tra l’altro, non pochi problemi interpretativi anche con riferimento all’ambito dell’applicazione del beneficio, si chiede di avviare, quanto prima, ogni iniziativa al fine dell’adozione del Dpcm da porre in essere ‘su proposta dell’autorità di Governo delegata per lo sport e di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze’, strumento utile, anche, a capire ogni aspetto applicativo di quanto già disposto dalla legge”.
Il mancato risparmio del 50% sulla tassazione degli stipendi crea un problema di grande rilevanza a livello economico, generato da un vizio di forma: in assenza di un decreto attuativo dopo il varo della legge in questione, ad oggi non è dato sapere chi debba gestire lo 0,50 delle imposte che i club sarebbero tenuti a versare allo Stato. Nasce da qui la richiesta di Gravina di ricevere chiarimenti e una risposta rassicurante in tempi rapidi; quando la norma fiscale era stata introdotta, l'idea era di destinare la cifra incassata dalle società per favorire nuovi investimenti sui settori giovanili, un compito che teoricamente spetterebbe proprio alla Federazione.
L'Ansa è entrata in possesso di parte del contenuto della lettera inviata da Gravina: "Nel manifestare notevoli preoccupazioni circa quanto asserito dalla Agenzia delle Entrate con la circolare ‘de qua’ la quale crea, tra l’altro, non pochi problemi interpretativi anche con riferimento all’ambito dell’applicazione del beneficio, si chiede di avviare, quanto prima, ogni iniziativa al fine dell’adozione del Dpcm da porre in essere ‘su proposta dell’autorità di Governo delegata per lo sport e di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze’, strumento utile, anche, a capire ogni aspetto applicativo di quanto già disposto dalla legge”.
A questo punto entrano in gioco i tecnici del Governo, che dovranno individuare la soluzione più agevole e rapida per sbloccare questo passaggio e scongiurare il rischio che per i prossimi contratti di campioni provenienti dall'estero, o di giocatori e allenatori italiani di rientro nel nostro Paese, la Serie A non possa più sfruttare un vantaggio economico importante rispetto alla concorrenza dei grandi campionati stranieri.