Serie A a 18 squadre? Casini: 'Servono ulteriori riflessioni. Ora le partite sono troppe'. E sul caso Juve...
IL RISULTATO DI CUI VA FIERO - "Essere riusciti a convincere governo e Parlamento della necessità di modificare la legge Melandri, liberalizzando la commercializzazione dei diritti audiovisivi all’estero e portando fino a cinque anni la durata del prossimo ciclo di diritti in Italia. Abbiamo poi programmato con anticipo calendario e orario delle partite, come avviene in Premier League: tifosi e club hanno gradito".
RAPPORTO CON LA POLITICA - "Ho avuto rapporti ottimi sia con il precedente esecutivo, con Valentina Vezzali, sia con l’attuale governo, col ministro Andrea Abodi. Il calcio è tra i principali contributori, direttamente e indirettamente, dell’economia italiana, ma in molte occasioni non è forse riuscito a far comprendere a pieno questo suo ruolo. Ecco, se c’è una cosa in cui dobbiamo migliorare è farci percepire come un vero settore industriale e potenziare la presenza della serie A nel sociale".
RAPPORTO CON LA FIGC - "È un tema antico e lo abbiamo richiamato nel documento sulle riforme inviato alla Figc e al ministro Abodi lo scorso dicembre. Non si tratta di avere solo consiglieri in più, ma di vedere riconosciuto un peso maggiore alla A".
RIFORME - "Nel nostro documento abbiamo indicato molte misure per valorizzare i giovani, attivare le seconde squadre, migliorare il rapporto tra le leghe, potenziare le infrastrutture. Alcune sono immediate e già sono state realizzate, come l’introduzione del fuorigioco semi-automatico. Per altre ci vorrà più tempo".
SERIE A A 18 SQUADRE - "Se ribadiremo il no alla A a 18 squadre? Su questo punto i club si sono espressi prima del mio arrivo. Si può fare un’ulteriore riflessione, però con dati seri sui pro e contro anche in termini di audience e rappresentatività territoriale, nel quadro delle riforme di cui ha bisogno il nostro settore. Come in tanti rilevano, le partite in calendario oggi, tra campionati, coppe e nazionali, sono diventate forse troppe".
TETTO AI SALARI - "Irrealistico introdurre limiti solo in Italia se non si pongono a livello europeo. Vista la specificità dello sport, la Uefa e l’Ue potrebbero lavorare insieme, anche con federazioni e leghe, per adottare misure ad hoc".
DIRITTI TV - "Il contesto globale non è semplice. L’ad della Lega sta lavorando sul fronte italiano e su quello internazionale, anche approfittando delle recenti modifiche legislative. Canale di Lega? È una delle opzioni previste dalla legge. Fondi? Abbiamo ricevuto molte manifestazioni di interesse. Sarà l’assemblea a decidere come procedere, ma non prima, spero, di aver chiarito dove si vuole arrivare e come sviluppare la crescita della serie A. Andrebbe evitato l’errore di partire dal mezzo senza aver prima identificato il fine".
CASO JUVE - "La Lega è una istituzione e non commenta la giustizia sportiva, tanto meno a procedimento aperto".