Serie A: 105 milioni nei settori giovanili
EPPUR SI MUOVE - Come si legge su Il Sole 24 Ore, in questa stagione, secondo un monitoraggio della Lega, il budget riservato ai vivai delle 20 società della massima divisione ammonta a 102.255.560 euro. Una media da 5,8 milioni per club, anche se dentro quel numero c'è tutto: costi per la gestione del settore giovanile, strutture e adeguamenti, staff e investimenti sul calciomercato per strappare alla concorrenza i migliori talenti.
105 MILIONI - Un trend in crescita rispetto al recente passato. Aggregare dati uniformi dai singoli bilanci è impossibile, ci si affida alle rilevazioni della Lega Serie A che raccontano di una maggiore propensione all’investimento sui giovani fatti in casa: 92 milioni di euro nel 2013-2014, 100 nella stagione successiva, 102 un anno fa fino ai 105 di oggi che coprono l’attività di 290 squadre di ragazzi, dai più piccoli alla Primavera, con 5.846 tesserati sparsi in Italia.
ATALANTA REGINA - Qualche risultato si comincia a vedere anche in campo. Esempi virtuosi sono sotto gli occhi di tutti, come l’Atalanta della famiglia Percassi, ma il dato nuovo è che anche i grandi club stanno cambiando filosofia. E se il campioncino non cresce in casa, lo si va a prendere a caro prezzo in un altro vivaio alimentando così un circolo virtuoso.
IL MOTORE DEL 2000 - Il campionato 2016/17 conferma la tendenza e non solo perché si sono visti in campo i primi millennials: Moise Keane della Juventus e Pietro Pellegri col Genoa, calciatore più giovane di tutti i tempi superando il record di Amadeo Amadei. Il numero degli Under 21 usati dagli allenatori è salito dai 68 del gennaio 2015 agli 81 di oggi (61 un anno fa). Di questi 31 (38,2%) sono italiani. Crescono anche gli esordienti Under 21 (da 27 a 48), il recordman come minutaggio è il portiere del Palermo Posavec (1.815) e l’esordiente più presente è Torreira della Sampdoria con 1.562 minuti. Le squadre più attente alla valorizzazione dei giovani sono state Lazio, Milan, Palermo, Sampdoria, Sassuolo e Udinese con 5 giocatori Under 21 schierati nelle formazioni iniziali.
MILAN - È il risultato di un accenno di cambio di una filosofia tradizionalmente meno attenta alla programmazione del futuro rispetto alle scorciatoie immediate. Secondo l’ultimo report del Cies (Osservatorio internazionale del calcio) c'è solo una squadra italiana tra le prime 100 in Europa nella classifica per minutaggio di giocatori che abbiano trascorso almeno tre stagioni nel club tra i 15 e i 21 anni, l’età in cui si completa la formazione agonistica prima del lancio. Si tratta del Milan, che occupa la 56° posizione con il 32% lontanissimo dal 74,9% del Tatran (Slovacchia). E restringendo il campo ai tornei maggiori - Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue1 - la fotografia rimane impietosa. L’Italia piazza il solo Milan nella Top20 e aggiunge Empoli (27° con il 21%), Atalanta (28° con il 20,6%) nella Top40. I migliori? Gli spagnoli che comandano con Athletic Bilbao (64,6%) e Real Sociedad (54,3%) e che hanno quattro squadre nella Top10 al pari dei francesi.
JUVE - Per la Uefa i soldi spesi per il settore giovanile sono considerati un investimento virtuoso non conteggiato tra i parametri del fair play finanziario. La Figc nelle sue norme organizzative prevede l’ammortamento quinquennale (articolo 86 Noif). Incentivi che stanno spingendo anche i grandi club a tornare ad occuparsi dei propri ragazzi. La Juventus, per citare il modello oggi vincente in Italia, spende intorno ai 10 milioni di euro con un’attenzione crescente che affianca la caccia ai migliori che negli ultimi anni ha portato a controllare decine di prospetti in giro per l’Italia. A Vinovo (centro sportivo di proprietà attualmente condiviso con la prima squadra) si allenano 406 ragazzi provenienti da 37 nazioni, seguiti da 90 tecnici. A questo si aggiunge un sistema di scuole calcio che coinvolge oltre 5mila calciatori in erba. Il 2016 ha lasciato in eredità il successo nella prestigiosa Coppa Carnevale a Viareggio.
ROMA - Anche la Roma ha una tradizione di lavoro sul settore giovanile. Tra Trigoria e Acqua Acetosa si preparano 206 tesserati cui si aggiunge un corollario di Academy in via di sviluppo in tutto il mondo. Gli investimenti nell’ultima stagione ammontano a oltre 10 milioni e, oltre ai risultati del campo, i benefici sono anche per la prima squadra e per i conti del club che dal 2014 ha realizzato plusvalenze complessive per 50 milioni. Nella rosa di Spalletti giocano oggi in pianta stabile tre prodotti del vivaio e altri 21 sono sparsi nei campionati top d’Europa. Nessun’altra italiana vanta numeri maggiori.
INTER - L’Inter ha messo a bilancio nel 2015 costi per il vivaio per 5 milioni riferiti a strutture e gestione del settore giovanile, escluso il mercato. Il Milan è arrivato a 7,6. I risultati si vedono, anche se legati alla necessità di allestire una rosa competitiva senza passare dal mercato. Sempre secondo il Cies, dietro alla Roma i rossoneri sono la società italiana con il maggior numero di calciatori formati nel proprio vivaio che giocano in prima squadra (7) o nei maggiori campionati europei (12). E Donnarumma, 18 anni, portiere prodigio già nel mirino di tutte le big, è uno dei quattro nati dopo il gennaio 1997 a non aver saltato un minuto nella prima metà della stagione.