Nasce il nuovo Barcellona di Setien: cambia Griezmann, ma anche Vidal...
IL LAS PALMAS DI SETIEN E BOATENG – El Maestro di Santander è salito alla ribalta relativamente tardi, e principalmente grazie alle sue ultime panchine: Las Palmas (2015/2017) e Real Betis (2017/2019). Qualcuno forse si ricorderà della rinascita di Boateng in Spagna, sull’isola di Gran Canaria, dopo il ritorno deludente a Milano alla corte di Sinisa Mihajlovic (solo 190’ giocati da gennaio a maggio, 1 gol in 11 presenze nel 2016). Ebbene, l’artefice di questa rinascita del Boa fu proprio il buon Quique, che laggiù se lo reinventò falso nove in pianta stabile, punta di diamante del suo evolutissimo 4-3-3 (4-1-4-1) di allora.
Boateng segnò 10 gol e firmò pure 5 assist in 28 presenze (in fin dei conti mai così bene in carriera). Nel frattempo De Zerbi osservava e prendeva nota: il primo Sassuolo del tecnico bresciano, due anni più tardi, avrebbe riproposto la stessa idea, col Boa al centro dell’attacco neroverde. Setien cominciava a fare tendenza fra ‘i giochisti’.
IL PRIMO ANNO AL BETIS - Poi il tecnico cantabrico passò al Betis nell’estate del 2017, e alla prima di campionato incrociò proprio il Barça. In principio fu ancora 4-3-3.
MANITA A SIVIGLIA – Nella gara di ritorno, invece, a Siviglia, si poteva già notare il cambio di sistema operato da Setien durante la stagione: il Betis si schierava un po’ come l’attuale Atalanta, sia per il 3-4-1-2 che per l’atteggiamento difensivo a dir poco spavaldo. Nell’immagine sotto non c’è un giocatore di Valverde libero di impostare da dietro, ad eccezione del portiere (costretto, per questo, a lanciare lungo). Incredibile il tre contro tre programmatico, cui si esponeva volontariamente la squadra di casa con la linea difensiva. È stato Setien a puntare forte su quel Fabian Ruiz che in Spagna adorano tuttora, mentre a Napoli è vissuto ormai come un problema.
Il primo tempo di questo Betis-Barça finì 0-0, partita vivace e con gli ospiti in difficoltà, sorpresi dallo stile agguerrito dei rivali. Dopo l’intervallo, però, il crollo dei verdiblancos. Furono soprattutto le palle perse, gli errori tecnici a condannare a un pesantissimo 0-5 la squadra di casa. Setien continuava a prenderle sonoramente dal Barcellona. Non riusciva a batterli. Eppure in quell’anno folle, un anno di goleade inferte e subìte (6 gol dal Valencia, 5 dall’Eibar, 5 dal Cádice, 5 dal Barça e 5 dal Real), il Betis raggiunse il traguardo del sesto posto, il sogno dell’ Europa League.
LA VITTORIA AL CAMP NOU – La partita di cui tutti parlano, tuttavia, il vero capolavoro di Setien, andò in scena la stagione successiva, che poi fu l’ultima del Maestro al Betis. Era l’ 11 novembre del 2018, lo stadio, il Camp Nou, naturalmente. Se pensate che, dopo averne prese 5 a Siviglia qualche mese prima, Setien dovesse per questo cambiare atteggiamento o filosofia di gioco, non avete ancora capito il personaggio. Setien guardò il bicchiere mezzo pieno di quella manita, salvò con lucidità il primo tempo di allora e ripropose a Barcellona lo stesso piano gara. Pressione altissima, 3-4-1-2 e qualche cambio negli interpreti. Nei tre dietro compariva Bartra, in mezzo al campo Carvalho a dare equilibrio, Junior Firpo a sinistra e sulla trequarti Lo Celso. Joaquin un poco più libero, più avanti, spostato nel tandem. Finì 3-4 per la squadra di Setien. E tutti parlarono allora di una lezione di calcio.
SENZA SUAREZ, CON SETIÉN: GRIEZMANN FALSO NOVE?- Fatta questa veloce cavalcata sulle predilezioni tattiche del nuovo allenatore del Barcellona, è ora più agevole avanzare qualche ipotesi in risposta alla domanda delle domande: come giocherà il Barça di Setien senza Suarez? Consideriamo soltanto i giocatori in rosa, mettendo un attimo tra parentesi la possibilità che il Barça peschi un Mister X in questa finestra di mercato (cosa peraltro probabile). Le piste tattiche da seguire sono due, al momento: quella che prevede la continuità di modulo (4-3-3) e quella che non la prevede (Setien stesso ha lasciato aperta questa porta, durante la presentazione). Partiamo dalla prima. Essendo senza centravanti, e volendo mantenere l’impianto del 4-3-3, il Barcellona non potrà che optare per un falso nove. Ma falso quanto? C’è addirittura chi immagina già un Vidal in versione Boa. Per quanto diversi, rimane una suggestione da non scartare a priori. Le opzioni più probabili tuttavia sono Griezmann o Messi. Vediamo il francese.
L’impiego del numero 17 azulgrana nel ruolo di falso nove non sarebbe una novità. Già Valverde ci aveva pensato, specie a inizio anno, quando in mancanza di (o per far riposare) Suarez, ottenne risultati non banali. Nelle quattro partite giocate in quella posizione da Griezmann in campionato, il Barça ha segnato ben 16 gol (contro Betis, Osasuna, Valencia e Celta de Vigo). Ma Suarez è Suarez. Così Griezmann tornò giustamente a sinistra, senza fiatare, e per rispetto dei mostri sacri. Detto ciò il tridente del Barça non era certo un monolite. Anzi, tra interscambi e licenze varie, il francese si veniva a trovare spesso nel centro del fronte d’attacco. Come in questo caso contro l’Eibar, sul filtrante di De Jong per Messi.
In ogni caso, non dimentichiamoci proprio ora della meravigliosa doppietta realizzata da Griezou contro il Betis (più assist): l’unica finora in Catalogna. Sotto, il movimento del francese prima del gran gol al volo di mancino, su imbeccata di Sergi Roberto.
Sì, Griezmann lo pensiamo sempre e comunque seconda punta, mentre svaria attorno a un centravanti puro (vedi quand’era all’Atlético o in Nazionale). Ma questo è vero lontano da Barcellona. Barcellona è un mondo a parte. Questo club può fare qualcosa per Griezmann, così come Griezmann deve fare qualcosa per il Barça. Serve solo una scintilla, quella che potrebbe portare Quique Setien.
MESSI FALSO NOVE? – L’alternativa è Messi falso nove, con Griezmann finalmente a destra nel tridente e uno tra Dembele e Ansu Fati a sinistra. Un’idea che arriva direttamente dal secondo tempo di Barcellona-Slavia Praga.
E SE CAMBIA MODULO? – Quique Setien d’altra parte avrà senz’altro in testa il suo 3-4-1-2. Il meglio in carriera l’ha ottenuto con quel sistema di gioco, anche se poi è il primo a non dare importanza ai moduli puntando tutto sulla filosofia di fondo (Cruijffismo a iosa). Il 3-4-1-2.. una soluzione che, se ci pensate, di per sé non prevede la figura del centravanti classico e aggira così il problema Suarez. A chi assegnare però i compiti che aveva Lo Celso? Messi o Griezmann? Verrebbe da dire Messi, ma poi in quel ruolo lì dentro questo sistema bisogna sentirsi anche un po’ centrocampisti nei ripiegamenti difensivi, perciò forse è meglio Griezmann, con Messi nel tandem, libero di associarsi con chi, come e quando vuole. E perché allora non Vidal sulla trequarti, con funzione di incursore tra l’argentino e il francese? A proposito, pare che Setien abbia posto il veto sulla cessione del cileno. Da qualche parte se lo sta immaginando, questo è poco ma sicuro.