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    'Senza pullman scoperto riportateci pure in albergo': Bonucci e la trattativa con lo Stato per la festa a Roma

    'Senza pullman scoperto riportateci pure in albergo': Bonucci e la trattativa con lo Stato per la festa a Roma

    Festa non doveva essere e festa, invece, è stata. All'inizio non era previsto nessun viaggio col pullman scoperto per le vie di Roma, poi, invece, l'Italia di Roberto Mancini, trionfatrice a Euro2020 nella finale contro l'Inghilterra, ha sfilato davanti ai tifosi italiani euforici. E le immagini festanti, coi giocatori che mostravano la Coppa Henri Delaunay al popolo, sono l'ultima immagine di una trattativa lunga, che ha visto Bonucci protagonista. 

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    PRIMA IL NO - Come racconta Il Fatto Quotidiano, in principio la Questura e la Prefettura, su indicazioni del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, erano stati categorici: "Niente pullman scoperto, motivi d'ordine pubblico". Poi le visite della squadra e di Matteo Berrettini al Quirinale e Palazzo Chigi, con orari pubblici, 17 e 18.30, che hanno favorito l'arrivo di migliaia di persone nel centro di Roma. Con la Federcalcio, nonostante il Viminale lo avesse 'sconsigliato', che aveva già affittato da venerdì il pullman scoperto, facendolo parcheggiare in zona Palazzo Chigi. 

    POI IL SI' - All'uscita del Quirinale, riporta Il Fatto Quotidiano, Bonucci ha discusso con alcuni responsabili della sicurezza che ribadivano il no al pullman scoperto: "Se è così non fateci andare neanche da Draghi e riportateci in albergo". Nel viaggio per andare dal presidente del Consiglio, 45 minuti sul pullman coperto, l'Italia vince la sua partita e ottiene la possibilità di festeggiare insieme alla propria gente. Sceso a Palazzo Chigi, infatti, Bonucci ha detto ai giornalisti presenti: "Abbiamo vinto la trattativa, poi saliremo sul pullman scoperto, lo dovevamo ai tifosi". Pullman scoperto che era già parcheggiato in zona. Chi ha ceduto alla pressione azzurra? C'è chi dice Matteo Pantedosi, il prefetto, ci invece direttamente Luciana Lamorgese. Col capo della polizia, Lamberto Giannini, dicono al Viminale, che ha gestito tutto insieme ai due: "Nessuno ha dato ok, abbiamo solo preso atto". E così, Italia in piazza, nel tragitto concordato, coi soli poliziotti di scorta a evitare che la gente si arrampicasse sul pullman. E lo spettacolo, in tempi di pandemia, non è piaciuto troppo a Palazzo Chigi. Perché ora, si domandano, "con quale coraggio andiamo a chiedere alla gente di non fare assembramenti?". 

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