Senza gioco, senza ritmo, infortuni a catena: il Milan di Allegri non va
Al di là delle scelte di mercato compiute dalla società in un periodo difficoltoso dal punto di vista economico e tutte le discussioni legate alla decisione di confermare un allenatore in scadenza di contratto a giugno non particolarmente gradito a Berlusconi, sull'inizio di stagione del Milan pesano come macigni i dubbi legati ad alcune situazioni che chiamano in causa Massimiliano Allegri. Mancanza di gioco, condizione atletica approssimativa e un intero undici di infortunati già a settembre sono i capi di imputazione principali per il tecnico livornese. La rocambolesca trasferta di Torino ha mostrato una squadra che, a dispetto di una preparazione che avrebbe dovuto portare la squadra subito in condizione a causa del playoff di Champions League di fine agosto, è andata palesemente in difficoltà dal punto di vista fisico contro un avversario che ha corso molto di più. La stessa situazione che si era peraltro verificata nel debutto in campionato a Verona e che sta diventando una pericolosa costante da quando Allegri he consegnato le chiavi al preparatore atletico di fiducia Stefano Folletti.
Nei quattro campionato iniziati dall'allenatore rossonero gli avvii sono sempre stati a rilento e il fatto che anche nell'anno dello scudetto i punti realizzati nelle prime tre partite furono quattro non è un motivo di consolazione. In più, sorgono interrogativi continui su come il gruppo sia stato gestito dal punto di vista atletico alla luce del perpetrarsi degli infortuni di natura muscolare (Abate, El Shaarawy, Montolivo e Kakà le ultime vittime) e dello strano caso di Mattia De Sciglio, mandato in campo nella gara di ritorno contro il Psv Eindhoven nonostante un ginocchio in disordine e finito recentemente sotto i ferri per una lesione al menisco. Se questi episodi possono essere addebitati soprattutto allo staff medico e dei preparatori, per Allegri i conti non tornano dal punto di vista tattico. Il passaggio dall'amato 4-3-3 al 4-3-1-2 suona pià come un'imposizione dall'alto e la qualità di gioco prodotta nelle cinque gare disputate sin qui contro il Milan non ha convinto. La manovra continua a dipendere dalle invenzioni di Balotelli, poco assistito da una squadra avara di qualità e personalità e sulla quale il tecnico non sembra aver inciso più di tanto. Se Inter, Napoli e Juventus, le principali contendenti per lo scudetto hanno un'idea di calcio ben definita e determinata dai rispettivi allenatori, lo stesso non si può dire in casa rossonera. Celtic e Napoli incombono e la stagione del Milan è già ad un bivio pericoloso.