Sentenza Superlega, vincitori e vinti: il trionfo di Perez, Agnelli e Laporta. Che batosta per Ceferin
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Inoltre "le norme che danno a Fifa e Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento dei diritti commerciali dei diritti relativi a questi tornei sono tali da limitare la competizione in un ambito di grande importanza per media, consumatori e spettatori televisivi dell'Unione Europea". Di fatto, si tratta di un via libera al progetto della Superlega, nato il 19 aprile del 2021 e poi naufragato dopo l'uscita di 9 fra i 12 club fondatori e il muro opposto da Uefa e Leghe nazionali.
CHI VINCE E CHI PERDE - Ad oggi è ancora troppo presto per capire quali potranno essere gli eventuali sviluppi della sentenza, e anche immaginarne le tempistiche, ma se ripercorriamo i due anni e mezzo trascorsi dal 19 aprile del 2021 alla luce della sentenza odierna, possiamo stabilire chi, il 21 dicembre 2023, risulta vincitore e chi, invece, esce sconfitto.
I VINCITORI - Il numero uno dei vincitori è sicuramente Florentino Perez, presidente del Real Madrid. Fondatore e principale sostenitore del progetto Superlega, Perez non ha mai mollato, anche quando tutto sembrava perduto, confidando sempre nelle sentenze (prima quelle delle corti spagnole, che avevano aperto spiragli, e poi quella della Corte europea).
A ruota segue Joan Laporta, presidente del Barcellona, anche lui sempre fermo sulla sua posizione di sostegno alla Superlega, nonostante la condanna e le minacce della Uefa.
Sul terzo gradino del podio dei vincitori, troviamo Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus. Se non fosse stato allontanato dal club a causa della vicenda plusvalenze, la sua Juve ora sarebbe ancora a pieno titolo dentro la Superlega. Agnelli ha sempre sostenuto che per la sopravvivenza economica dei club europei, e per riuscire a concorrere con la Premier, la Superlega fosse vitale. La Giustizia europea gli ha dato ragione.
GLI SCONFITTI - Qui l'elenco è decisamente più lungo, e oggi sono in tanti a leccarsi le ferite e a riflettere sui proclami degli ultimi due anni e mezzo. Lo sconfitto numero uno è ovviamente Aleksander Ceferin, il presidente di quella Uefa che, secondo la sentenza, ha abusato di una posizione dominante. In fila dietro a Ceferin troviamo Nasser Al Khelaifi, presidente del Paris Saint Germain e dell'ECA (l'associazione dei club europei), e insieme a lui Gabriele Gravina, presidente della Figc e vice presidente dell'Uefa, ancora ieri minaccioso verso i club che, eventualmente, aderirebbero alla Superlega, per finire con Karl-Heinz Rummenigge, a rappresentanza del pensiero del Bayern Monaco, e Javier Tebas, presidente della Liga spagnola. Dalla sentenza di oggi escono sconfitti anche i club che, impauriti dalla minacce della Uefa e sostenuti dal sentimento popolare del 'calcio del popolo', avevano abbandonato il progetto: i club della Premier League, l'Inter e il Milan.
LA NUOVA JUVE - Posizione ambigua, infine, quella della nuova dirigenza della Juve, che se da una parte si è sganciata dalla Superlega anche per una questione di opportunità rispetto alla Uefa nell'ambito della vicenda plusvalenze e bilanci, arrivando a un anno di esclusione dalle coppe quando se ne potevano temere anche due o tre, dall'altro ha anche palesato una situazione attendista in attesa degli sviluppi, che oggi sono arrivati a definizione.