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    Sempre oltre la linea: chi era 'Diabolik', ritratto del leader degli Irriducibili

    Sempre oltre la linea: chi era 'Diabolik', ritratto del leader degli Irriducibili

    • Luca Capriotti
    "Hanno sparato a Diabolik". Al Parco degli Acquedotti, zona Tuscolana, vicino alla fermata metro Subaugusta, a Roma. Ieri poco prima delle ore 19, nel momento in cui ci sono famiglie che tornano a casa, runner. Un killer gli ha sparato alle spalle, in molti sottolineano.
    La voce corre veloce nel web, nelle chat di Whatsapp dei tifosi della Lazio, tra chi lo conosceva bene, chi lo conosceva di fama, chi lo ammirava, chi non condivideva ma capiva. "La morte ti ha preso alle spalle perché non ha avuto il coraggio di guardarti in faccia", scrivono quasi subito in molti. Ma lo shock è palpabile, è già un "tutti contro tutti", chi lo difende e chi lo accusa, a Roma tutti conoscevano "Diablo", alias Fabrizio Piscitelli, leader indiscusso degli "Irriducibili", quello che per i tifosi della Lazio è IL gruppo ultrà, che ha guidato la Nord da fine anni '80, per tutti i rampanti anni '90 cragnottiani, champagne calcistico e trasferte europee, vittorie clamorose e coreografie mozzafiato.
    E botte da orbi, devastazioni, scontri con altri gruppi organizzati, svastiche, scazzottate. A maggio perfino una bomba, davanti alla sede degli IRR, definita dal Piscitelli "politica". Di "Diabolik" si dice di tutto: "narcotrafficante, traffichino, legami con la criminalità organizzata che a Roma conta, tentata scalata societaria, lotta senza quartiere a Lotito finita male, e poi tutto il giro di giostra delle informative di polizia, le firme, gli arresti, i processi". Ma prima di tutto la Curva Nord, il calcio, la Lazio. Indaga la Dda contro ignoti, cercano un killer professionista, un finto runner che si è dileguato. "Hanno sparato a Diabolik", scrivono tutti, sotto choc. 

    MONDO ULTRA' E INIZIATIVE - Del mondo ultras, complesso, sfaccettato, goliardico, violento, sopravvissuto, gli "Irriducibili" sono stati spesso collante, pionieri. Da tutta Europa arriva il cordoglio: tutti conoscono "Diabolik". Moltissimi anni fa andò anche al "Maurizio Costanzo Show", a parlare di violenza nel calcio, ad esporre il punto di vista del tutto ultras, del tutto geneticamente ultras, di quello che succede intorno e dentro lo stadio. Incomprensibile ai più, per "Diabolik" è un mondo che non può sparire: per questo gli IRR avevano da poco deciso di togliere di nuovo il loro striscione, per testimoniare la loro non connivenza con il nuovo apparato di restrizioni e costrizioni presenti nel Decreto Sicurezza Bis, fortemente voluto da Salvini. L'ennesimo segnale a tutte le altre tifoserie d'Italia, spesso divise da campanilismi e tensioni. Iniziative sociali spesso isolate, poco pubblicizzate - ad Amatrice, zona terremotata, c'è un centro sportivo costruito grazie ad una loro raccolta fondi, oppure gli aiuti economici inviati ad uno dei bambini sopravvissuti alla strage di Beslan, che aveva la maglietta della Lazio - ma anche sprangate, messaggi alla radio sfrontati, sempre ribelli, sempre fuori misura. Di "Diabolik" si dice tutto, ma prima bisogna parlare del suo legame con la Lazio. 

    DIABOLIK E LA NASCITA DEGLI IRR - Gli "Irriducibili"nascono a Roma, nel 1987, in un quartiere che in zona tutti conoscono come 'l'Alberone', vicino all'Appia. C'era un immenso albero, in piazza, con dietro il mercato, sotto la sua ombra "Diabolik", "Sandrino", Jury e Fabrizio Toffolo - inizialmente il vero leader carismatico del gruppo - fondano gli Irriducibili. Ora l'albero non c'è più, tagliato. Tra di loro passione, tensioni, perfino laceranti, poi negli anni, ma sono stati loro a dare forma ad uno dei gruppi ultras più importanti d'Europa, con tutti gli annessi e connessi. Il 18 ottobre 1987 compare lo striscione "Irriducibili" all'Olimpico. Si presentano così: "Noi tifiamo strano e colorato, siamo gli Irriducibili della Nord".Tifo sfrenato all'inglese negli stadi - il resto d'Italia ancora batteva sui tamburi "alla sudamericana" - stile brit in tutto, nei vestiti e negli scontri, nelle birre e nelle trasferte. Gli "Irriducibili", vicinissimi all'estrema destra romana ("nessuno ci toglierà dalla testa i nostri ideali politici", Diabolik dixit), vivono l'esaltazione delle vittorie di Cragnotti e le connivenze che il sistema calcistico permette e alimenta. Si prendono la Nord, si prendono l'Olimpico, ingaggiano una lotta senza quartiere contro "il Sistema Calcio", un mondo considerato mercenario e senza valori. Con il resto del "direttivo", i 4 padri fondatori, la storia finisce nel 2010: gli Irridicubili - momentaneamente - si sciolgono. Celebre, e iconica, la foto della candidata alla Regione Lazio Renata Polverini, invitata in Nord da Fabrizio Toffolo, scampato a due agguati (il primo da parte di killer travestiti da poliziotti), con Mauro Zarate sulla vetrata, a pochi metri dal campo. I meglio informati parlano di dissidi e tensioni - gli altri non avrebbero voluto un appoggio politico così eclatante - a molti quell'immagine non è andata giù, proprio sopra il ritratto ad onorare Gabriele Sandri, giovane tifoso biancoceleste ucciso in un'area di servizio, a cui gli IRR hanno voluto dedicare l'intera curva. Toffolo ora è più lontano dall'epicentro delle dinamiche di curva, più defilato. Dopo quasi 10 anni in Nord, compare di nuovo lo striscione "Irriducibili", è un segnale chiaro, sono tornati.

    DIABOLIK E I PROCESSI - A processo, "Diabolik" è andato tantissime volte. Con il suo gruppo rivendica la sopravvivenza stessa della società, passata attraverso manifestazioni duramente represse di fronte all'Agenzia delle Entrate, nel marzo 2005. Con Lotito non è amore, anzi: il presidente intende gestire la società come un'azienda, i tempi d'oro di Cragnotti sono finiti, ora sono lacrime e sanguinacci. Imparano a conoscere prima di tutti i modi spicci e sbrigativi del "carro armato" Lotito, che non guarda a niente e nessuno per arrivare ai suoi obiettivi. E taglia subito qualsiasi rapporto, compresi quelli economici, con la Nord. E poi i processi: quello per il tentativo di estorsione allo stesso Lotito, poi il sequestro preventivo colossale di beni per 2 milioni e 300mila euro. Poi la Cassazione annullerà in molte parti la condanna, ma l'iter è lungo, le sentenze passate in giudicato innumerevoli, di tutti i tipi, dalla devastazione al narcotraffico internazionale. "Diabolik" è sempre sulla linea del fuoco. 

    OLTRE LA LINEA - Sempre borderline, anzi: sempre oltre linea. "Diabolik" a Roma è la voce autorevole, facilmente infiammabile, incapace di dimenticare e andare oltre. Anche prepotente, violenta, manesca e sbruffona: archetipo di quello che sono stati gli ultras, di un mondo che va scomparendo e non vuole, lotta per non morire. Parlando a Il Tempo sugli incidenti di Liverpool-Roma che quasi costarono la vita ad un tifoso dei Reds, disse: “Sia chiaro, io sono un ultrà, in quella situazioni mi sono trovato duemila volte. Se oggi dico ai ragazzi di non fare queste cose è perché le ho fatte". Nel 2016 chiamerà a raccolta i tifosi della Lazio per l'ennesima volta, per combattere "lo sconforto e l'appiattimento rassegnato": "risvegliate quell’anima “IRRIDUCIBILE” che è dentro di voi perché ha bisogno solo di essere scossa per ripartire. Io, come penso saprete tutti, non potrò essere presente fisicamente, mio malgrado, ma vi giuro che mi sento come un leone in gabbia... per di più affamato. Prima o poi finirà e il mio posto tornerà ad essere quello di sempre… tra voi, tra la mia gente, il mio gruppo, la mia curva alla quale tanto ho dato ma a cui tanto voglio ancora dare. La mia anima “IRRIDUCIBILE” è imprigionata... ma per nulla sopita... anzi!! Dai, amici e tifosi miei!Oggi come oggi è il momento di riunirci, ritrovarci tutti, di andare in trasferta insieme come si faceva una volta e come abbiamo ricominciato a fare noi dopo lo scempio che abbiamo trovato in curva quest’anno. TIFOSI TUTTI, SERRIAMO I RANGHI… E’ ORA DI MARCIARE! DIABOLIK… IRRIDUCIBILE” PER SEMPRE!”. Ancora una volta, tutti dietro a "Diabolik". Da tutta Europa arriveranno ultras per l'ultimo saluto, dagli amici bulgari gemellati del Levski Sofia, gli Ultras Sur del Real Madrid, gli storici alleati dell'Inter, le firm del West Ham. Per l'ultima trasferta di "Diabolik" ci saranno tutti. Per molti ora "Diablo" è storia giudiziaria. Per i tifosi della Lazio è semplicemente "Diabolik", che sotto un grande albero, vicino all'Appia, ha fondato e guidato gli Irriducibili, sempre in testa, sempre avanti, con tutti i rischi e gli errori e i traffici di un uomo sfaccettato, complesso, sempre oltre la linea, sulla linea di fuoco. Ora il grande albero non c'è più, tagliato. 
     

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