Seedorf-Ibra, la staffetta: dal Milan europeo a quello italiano
Dietro le lacrime di Clarence Seedorf alla fine del match di ieri contro il Tottenham c'è forse la fine di un'epoca, c'è la staffetta fra il Milan europeo e quello italiano.
Seedorf è il giocatore che forse più di ogni altro, negli ultimi dieci anni, ha incarnato la vocazione continentale rossonera: sia nella Champions del 2003 che in quella del 2007, la sua impronta è indelebile. Un professionista dell'Europa, l'olandese ha aggiunto i due trionfi europei conquistati con il Milan a quelli messi in bacheca con Ajax e Real Madrid.
Le sue lacrime a White Hart Lane, al termine di quella che è stata forse la sua ultima gara in Champions con il Milan (il contratto dell'olandese scade a giugno e il suo rinnovo è tutt'altro che sicuro), sono un segno dei tempi, che cambiano.
E il cambiamento del Milan è contrassegnato da un altro nome, quello di Zlatan Ibrahimovic, tanto grande nei campionati nazionali, quello italiano in particolare, quanto piccolo in Europa. Dopo aver fallito con la Juventus (Liverpool e Arsenal), con l'Inter (Valencia, Liverpool e Manchester United) e con il Barcellona (Inter), anche con la maglia rossonera, al primo scontro continentale da dentro o fuori Ibra ha dimostrato di non essere all'altezza: mai decisivo.
Il Milan di Ibra probabilmente vincerà questo scudetto, e magari anche quello della prossima stagione, ma per ritrovare l'Europa fra un po' avrà la necessità di acquistare un attaccante capace di fare la differenza in Champions, come sono stati capaci di fare in passato Marco Van Basten e Filippo Inzaghi.