Seba Rossi:|'Basta con la vita spericolata'
SEBASTIANO ROSSI è un colosso di un metro e 98 per un quintale e oltre. L’irruenza e la nomea di kamikaze gli sono rimasti appiccicati addosso dal suo glorioso passato di portierone pluriscudettato del Milan anni Novanta (ha ancora il record d’imbattibilità in serie A). Ma nella notte tra il 7 e l’8 maggio è incappato in un clamoroso autogol: è finito in cella di sicurezza con l’accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale per aver sferrato un pugno in faccia a un carabiniere. Dopo qualche drink di troppo, si era rifiutato di smettere di fumare il sigaro all’interno di un bar di Cesena. Ora Rossi si confessa, parlando con la sua amata cagnolina Sara in braccio, nella sua casa di Cesena, in una stanza che ospita una collezione di crocifissi e immagini sacre.
A mente fredda, cosa pensa di quanto accaduto?«Mi assumo le mie responsabilità ma non avrei mai pensato che per una banalità venisse fuori un manicomio! Ho chiesto un caffè ma mi è stato detto di uscire dal bar perché avevo il sigaro in mano, e da lì è scoppiato un caos di cui ora pago le conseguenze».
Non crede che tutto ciò sia dovuto al suo carattere, definito da molti ‘sopra le righe’?
«Mi ritengo una persona educata e ci tengo al rispetto del prossimo, ma forse il mio atteggiamento goliardico spesso viene scambiato per arroganza. Ho sofferto molto per questa storia, soprattutto per aver colpito il maresciallo dei carabinieri. Se potessi tornare indietro, non lo rifarei».