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    Se non scende in campo l’esercito i vaccini restano solo un’illusione

    Se non scende in campo l’esercito i vaccini restano solo un’illusione

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Adesso basta! La gente è esasperata. Nessuno ne può più. Tutti. Ci hanno nuovamente rinchiuso in casa garantendoci che sarà l’ultima volta perché, nel frattempo, ciascuno avrebbe ricevuto la propria dose di vaccino ovvero l’unica arma efficace per tornare alla vita. Giusto in teoria. Peccato, però, che all’attivazione delle zone rosse non abbia fatto seguito parallelamente la messa in moto di una campagna vaccinale almeno un poco credibile.
    In Israele ti iniettano il siero anche mentre ti trovi un pub a bere una birra. In Inghilterra trenta milioni di cittadini hanno già ricevuto la prima dose. Negli Stati Uniti persino la Guardia Civile è impegnata nelle operazioni sanitarie. Nella piccola Cuba il virus quasi non esiste più debellato da un vaccino trovato dagli scienziati caraibici.

    In Italia un esercito di ultra ottantenni ancora attende, smarrito, di ricevere la fatidica chiamata. In compenso non pochi “furbetti” hanno trovato il modo per risolvere la questione privatamente. I morti aumentano e l’ansia cresce. Ora non ci sono più alibi. Il generale Figliuolo, al quale Draghi ha affidato il comando strategico della campagna, ha annunciato con chiarezza che oggi le Regioni riceveranno in spartizione un milione e mezzo di fiale della Pfizer le quali si andranno ad aggiungere alle scorte rimaste in freezer per i noti motivi dell’Astrazeneca. Ovviamente i vaccini non si iniettano da soli. Il guaio è che i governi locali non sono ancora riusciti a disciplinare il caos dei medici di base, i quali non sanno come comportarsi, dei farmacisti in attesa del via ufficiale, delle ditte partecipate incaricate a disciplinare le prenotazioni. A fine lockdown ci troveremo a dire che l’ennesima clausura non è servita a nulla.

    La svolta affinchè i vaccini non restino un’illusione potrebbe davvero darla il generale Figliuolo vista la sua grande esperienza strategica sui fronti caldi del mondo. All’impotenza manifesta delle istituzioni regionali, prigioniera di una burocrazia cancerosa, dovrebbe rispondere l’esercito italiano facendo scendere in campo tutti i suoi ragazzi per combattere la guerra più santa e utile della storia. Campi per le vaccinazioni ovunque a ogni ora del giorno e della notte, spazi come cinema e teatri e campi sportivi e palazzetti allestiti perla necessità sanitaria. Una dose per tutti e senza lo scellerato obbligo di passare per Internet uno strumento che gli anziani non sanno usare.

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