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    Se oggi non hai un'esultanza solo tua non sei nessuno: da Ronaldo a Gyokeres a Palmer, ecco le più amate

    Se oggi non hai un'esultanza solo tua non sei nessuno: da Ronaldo a Gyokeres a Palmer, ecco le più amate

    • Simone Gervasio
    Sedicesimi di finale di coppa di Portogallo: lo Sporting ospita l’Amarante. A punteggio ormai già acquisito, l’ex squadra di Amorim fa entrare – al 66’ - il suo bomber titolare che al minuto 89 si procura un rigore che lui stesso trasforma. È il suo 24esimo gol con la maglia dei verdi in 19 gare giocate, escluse quindi quelle con la nazionale svedese. Calcione dal dischetto, palla da una parte portiere dall’altra, altro calcio al pallone che era stato scaraventato fuori dalla forza impressagli e via con la “maschera”. Grandi presentazioni non erano necessarie per l’attaccante del momento, Viktor Gyokeres, che, per quanto ormai noto ai calciofili di tutto il mondo, è nel momento in cui indossa la sua “maschera” che diventa davvero lui, riconoscibile a tutte le latitudini. La sua esultanza, il suo modo di mettersi in luce con un gesto diventato così iconico in poco tempo dice molto della direzione che sta prendendo il mondo del calcio attuale che fa attenzione sì a chi e a come segna una rete, ma anche a come la festeggia, a come questo racconti qualcosa del protagonista. Nel calcio così mediatico e social di oggi, se non hai un’esultanza tutta tua non sei nessuno.

    Basta osservare il momento in cui entrano in campo le squadre, solitamente accompagnate dai piccoli giocatori/tifosi del club che ospita la gara. I ragazzini, vestiti di tutto punto con le maglie delle due squadre, non di rado sfruttano i loro 10 secondi di popolarità mimando davanti alle telecamere le esultanze, i gesti ricorrenti dei loro idoli. E non è solo una tendenza dei più piccoli. Basta girare per i campetti di calcetto per vedere anche uomini adulti che, quando segnano un gol ai loro amici o colleghi, perdono il loro aplomb e si lanciano nei gesti che hanno reso famosi i loro campioni preferiti. Un istante in cui tornano bambini e tornano a sognare di essere Totti o Del Piero o Cristiano Ronaldo. È sempre successo e sempre succederà ma se qualche tempo le “esultanze seriali” potevano essere contate sulle dita di poche mani, adesso tutti i grandi campioni “devono” – ed è il quasi obbligo la vera novità – trovare un modo di raccontarsi e rendersi unici quando segnano, e ribadirlo ogni volta che succede.

    E non è solo un fatto folkloristico, anzi. Con il passare del tempo e l’entrata nell’era del calcio postmoderno, avere una propria esultanza è diventato un modo per farsi conoscere in tutto il mondo. Tifosi del “global game” sono infatti in ogni luogo e in ognuno di essi grandi e piccini replicano le gesta dei fenomeni che vedono in campo. Avere una “mossa speciale” è diventato un fattore anche economico. Ci sono giocatori che hanno depositato i brevetti per le loro esultanze, che le hanno coperte di diritti in modo che diventino vere e proprie forme di lucro. È la deriva di sola andata del calcio che diventa sempre più marketing, che toglie la gioia di impazzire per qualche secondo e che spinge i giocatori a recitare un copione quando segnano piuttosto che farsi trascinare dal momento, a mettere in atto gesti studiati a tavolino, vere e proprie trademark move, a fare insomma comunicazione. È il calcio di oggi, bellezza! Quello in cui è tutto un fiorire di maschere, di gesti mutuati dai videogame, dai rapper, dai campioni degli altri sport, dai supereroi dei fumetti, a uso e consumo di qualche video pronto poi a diventare virale su TikTok o sugli altri social.

    Le esultanze hanno sempre affascinato e incuriosito. Sono più iconiche quelle di oggi o quelle del passato? La discussione è aperta. Celebrare i gol in modo particolare è infatti una tendenza che si perde negli annali. Nel corso delle stagioni infatti abbiamo visto Totti scattarsi foto con la curva della Roma o usare un ciuccio, Balotelli chiedersi perché ce la si prendesse sempre con lui o pietrificarsi come Bresciano. E ancora Messi mostrare la sua maglia al Bernabeu, Fowler “sniffare” le linee del campo o Adebayor farsi tutto il campo per farsi beffe dei suoi ex tifosi dell’Arsenal, Chiellini imitare King Kong e Ronaldo fare altrettanto con il Cristo Redentore. Abbiamo visto gol dedicati all’Altissimo, a nonne, fidanzate, mogli e nascituri, striptease in campo e reti festeggiate bevendo birra, balletti intorno alla bandierina, capriole e salti mortali, trenini diventati indimenticabili, giocatori che scoccano frecce o che sono entrato nella storia di questo Paese con due urla mondiali tanto simili. Abbiamo visto squadre intere celebrare e venire celebrate per le loro strambe esultanze come gli islandesi dello Stjarnan. Insomma abbiamo visto di tutto e ne vedremo ancora delle belle. E voi cosa ne pensate? Qual è l’esultanza che più vi ha fatto godere? Quale quella che replicate ancora con gli amici? Queste sono alcune delle esultanze più iconiche di oggi e della storia del calcio.
     
    La Gyokeres Mask Image gallery
    Il “Siuuu” di Cristiano Ronaldo Image gallery
    Le braccia incrociate di Mbappé Image gallery
    Il freddo di Palmer Image gallery
    La dedica di Messi Image gallery
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