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Se oggi non hai un'esultanza solo tua non sei nessuno: da Ronaldo a Gyokeres a Palmer, ecco le più amate
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Basta osservare il momento in cui entrano in campo le squadre, solitamente accompagnate dai piccoli giocatori/tifosi del club che ospita la gara. I ragazzini, vestiti di tutto punto con le maglie delle due squadre, non di rado sfruttano i loro 10 secondi di popolarità mimando davanti alle telecamere le esultanze, i gesti ricorrenti dei loro idoli. E non è solo una tendenza dei più piccoli. Basta girare per i campetti di calcetto per vedere anche uomini adulti che, quando segnano un gol ai loro amici o colleghi, perdono il loro aplomb e si lanciano nei gesti che hanno reso famosi i loro campioni preferiti. Un istante in cui tornano bambini e tornano a sognare di essere Totti o Del Piero o Cristiano Ronaldo. È sempre successo e sempre succederà ma se qualche tempo le “esultanze seriali” potevano essere contate sulle dita di poche mani, adesso tutti i grandi campioni “devono” – ed è il quasi obbligo la vera novità – trovare un modo di raccontarsi e rendersi unici quando segnano, e ribadirlo ogni volta che succede.
E non è solo un fatto folkloristico, anzi. Con il passare del tempo e l’entrata nell’era del calcio postmoderno, avere una propria esultanza è diventato un modo per farsi conoscere in tutto il mondo. Tifosi del “global game” sono infatti in ogni luogo e in ognuno di essi grandi e piccini replicano le gesta dei fenomeni che vedono in campo. Avere una “mossa speciale” è diventato un fattore anche economico. Ci sono giocatori che hanno depositato i brevetti per le loro esultanze, che le hanno coperte di diritti in modo che diventino vere e proprie forme di lucro. È la deriva di sola andata del calcio che diventa sempre più marketing, che toglie la gioia di impazzire per qualche secondo e che spinge i giocatori a recitare un copione quando segnano piuttosto che farsi trascinare dal momento, a mettere in atto gesti studiati a tavolino, vere e proprie trademark move, a fare insomma comunicazione. È il calcio di oggi, bellezza! Quello in cui è tutto un fiorire di maschere, di gesti mutuati dai videogame, dai rapper, dai campioni degli altri sport, dai supereroi dei fumetti, a uso e consumo di qualche video pronto poi a diventare virale su TikTok o sugli altri social.
Le esultanze hanno sempre affascinato e incuriosito. Sono più iconiche quelle di oggi o quelle del passato? La discussione è aperta. Celebrare i gol in modo particolare è infatti una tendenza che si perde negli annali. Nel corso delle stagioni infatti abbiamo visto Totti scattarsi foto con la curva della Roma o usare un ciuccio, Balotelli chiedersi perché ce la si prendesse sempre con lui o pietrificarsi come Bresciano. E ancora Messi mostrare la sua maglia al Bernabeu, Fowler “sniffare” le linee del campo o Adebayor farsi tutto il campo per farsi beffe dei suoi ex tifosi dell’Arsenal, Chiellini imitare King Kong e Ronaldo fare altrettanto con il Cristo Redentore. Abbiamo visto gol dedicati all’Altissimo, a nonne, fidanzate, mogli e nascituri, striptease in campo e reti festeggiate bevendo birra, balletti intorno alla bandierina, capriole e salti mortali, trenini diventati indimenticabili, giocatori che scoccano frecce o che sono entrato nella storia di questo Paese con due urla mondiali tanto simili. Abbiamo visto squadre intere celebrare e venire celebrate per le loro strambe esultanze come gli islandesi dello Stjarnan. Insomma abbiamo visto di tutto e ne vedremo ancora delle belle. E voi cosa ne pensate? Qual è l’esultanza che più vi ha fatto godere? Quale quella che replicate ancora con gli amici? Queste sono alcune delle esultanze più iconiche di oggi e della storia del calcio.
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La Gyokeres Mask
Ha scalato in poco tempo la graduatoria delle esultanze più imitate: è quella di Gyokeres che, dopo i gol, si cinge la faccia dietro una particolare maschera. Si tratta di un rimando a Bane, uno degli antagonisti di Batman che dice: "Nobody cared until I put on the mask", ossia "A nessuno fregava di me prima che indossassi la maschera",
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Il “Siuuu” di Cristiano Ronaldo
L’esultanza del portoghese è nata per caso nell’agosto del 2013: "Il mio ‘Siuuu’ è nato in maniera naturale. Eravamo negli Stati Uniti, giocavamo contro il Chelsea, ho segnato, ho fatto un salto e ho urlato quel ‘Siuuu’”, ha raccontato nel corso degli anni.
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Le braccia incrociate di Mbappé
Si tratta di un'esultanza "rubata" al fratello minore Ethan, che la utilizzava quando i due giocavano alla PlayStation. Il francese l’ha fatta diventare un marchio, depositandola all'Ufficio per la proprietà intellettuale dell'Unione Europea.
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Il freddo di Palmer
Il nuovo talento del calcio inglese gioca sul suo nome, Cole, trasformando in Cold, freddo. Ecco perché esulta mimando il gesto che fa una persona raffreddata, Si tratta di un gesto molto comune in tanti sport che indica anche come chi la faccia abbia il ghiaccio nelle vene
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La dedica di Messi
Altra esultanza storica. Dopo ogni rete, la Pulce alza gli indici verso il cielo e dedica il gol alla nonna materna, Celia, deceduta quando Messi aveva solo dieci anni.
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La Dybala Mask
Altra maschera iconica con pollice e indice a coprire la bocca dell’attaccante della Roma. Comparve per la prima volta l'11 gennaio 2017 durante un Juventus-Atalanta di Coppa Italia dopo una sconfitta in finale di Supercoppa contro il Milan dove l’argentino sbagliò il rigore decisivo. In breve tempo è diventata un vero e proprio brand, utilizzato anche sul merchandising. La Joya l’ha raccontata così: "È la maschera di un gladiatore, sono molto appassionato del film ‘Il Gladiatore'. I gladiatori andavano in battaglia sempre con una maschera ed anch'io volevo farlo per riscattarmi dal rigore sbagliato".
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La posa di Lukaku
Mano destra verso la fronte, come nel saluto militare, mano sinistra sotto il naso a mimare il gesto del silenzio. È il modo, abbastanza recente, che ha scelto il belga per festeggiare i suoi gol. Si tratta di un’esultanza utilizzata già da alcuni giocatori dell’Academy dell’Anderlecht: Big Rom l’ha sfoggiata, per la prima volta, in un match contro la Juventus, generando polemiche e varie interpretazioni.
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Il Pistolero Piatek
Scivolata sull’erba e due pistole a sparare per celebrare i gol. Anche l’esultanza di Piatek è una delle più amate. Ha fatto esaltare i tifosi del Milan che gli gridavano "Pum pum pum" quando segnava e quelli del Genoa che, citando De André, cantavano: “Sparagli Piatek, sparagli ora, e dopo un colpo, sparagli ancora”. Dopo anni difficili e promesse non mantenute, ora sono i tifosi dell’Istanbul Basaksehir a godersi i gol del polacco.
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Il segno di Zorro Osimhen
Ex capocannoniere della Serie A, Victor Osimhen sta segnando a raffica con il Galatasaray, dov’è in prestito. Reso iconico dalla sua maschera in stile Zorro, quando segna l’ex Napoli mima un gesto con il suo dito quasi a firmare i suoi tanti capolavori.
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La cresta del Gallo Belotti
Alza la cresta invece il Gallo Andrea Belotti che ancora non ha trovato modo di sfoggiare la sua celebre esultanza nella sua avventura al Como. All’epoca del Torino, aveva spinto anche un signore di una certa età come Ventura, allora suo allenatore, ad esultare come lui quando il suo capitano segnava.
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Il gesto del Toro di Lautaro
Altro grande bomber di oggi, Lautaro Martinez. Il Toro esulta incrociando le braccia e tenendo tesi i due indici della mano come a indicarsi il volto, un gesto che si è portato in Europa fin dai tempi del campionato argentino." La mia esultanza è nata con un compagno di squadra, poi è rimasta e ho continuato a farlo, da 15 anni è così", ha detto
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Lo yoga di Haaland
Non poteva mancare in questa rassegna il più prolifico dei centravanti del panorama attuale. Il norvegese non ha una vera e propria esultanza fissa ma spesso, quando segna, si mette in una posizione yoga di riflessione.
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Lo “Sciaquatevi la bocca” di Bonucci
Difensore col vizietto del gol, l’ex Juventus e Milan, Leonardo Bonucci, aveva creato un modo tutto suo di esultare che è entrato poi anche nell’uso quotidiano. Indice rivolto verso la faccia e fatto roteare davanti alle guance piene. “È un gesto coniato dai miei amici, poi l'ho ripetuto dopo ogni gol perché fa capire a tanti che quando si parla della Juventus si devono sciacquare la bocca", aveva detto. Lo utilizzò poi anche quando segnò, con la maglia del Milan, proprio ai bianconeri.
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Moriero lo sciuscià
Quando giochi con talenti come Ronaldo o Recoba, l'unica cosa che puoi fare è lustrare le loro scarpe dopo le tante prodezze a cui ci facevano assistere. Deve averla pensata così anche l'ex Inter, Moriero
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La linguaccia di Del Piero
Dopo una buona parte di carriera, Alessandro Del Piero ha deciso che avrebbe iniziato a celebrare i suoi gol più importanti, come faceva Michael Jordan: tirando fuori la lingua. Come MJ, anche Alex ha fatto proseliti, basti chiedere all’attuale numero 10 della Juventus, Yildiz.
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Il robot di Crouch
Scoordinato ma efficace, l'attaccante inglese si esibiva nella sua danza del robot quando segnava in Premier o in Europa
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La mitraglia di Batistuta
Indimenticabile anche il modo in cui il Re Leone festeggiava le sue tante reti: una scarica di colpi dalla sua mitragliatrice che colpiva le difese avversarie. L'idea era nata al medico sociale della Fiorentina.
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La mano all’orecchio di Toni
Ha valicato anche i confini italici quella mano all'orecchio che Toni faceva roteare ogni volta che segnava, anche nei vittoriosi Mondiali del 2006
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Il violino di Gilardino
Altra esultanza iconica quella di Alberto Gilardino: si inginocchiava e suonava il violino. Tutto era nato da un gioco tra lui e il suo compagno di squadra Marchionni