IL CASO. Se Carraro ridiventa presidente della Lega il calcio italiano può suicidarsi
Le cattive notizie non arrivano mai da sole. Come se non bastasse il disastro romanista in Ucraina, un autentico concentrato di nefandezze che ha partorito la meritata eliminazione dalla Champions League, all'orizzonte si profila il ritorno del vecchio che avanza, alias Franco Carraro, 71 anni, pronto a rimettere piede nella stanza dei bottoni, cioè alla presidenza della Lega, con la benedizione del Milan e la tacita approvazione di Inter e Juve. Un capolavoro del gattopardismo più spinto, la conferma che dopo Calciopoli si sta come prima, peggio di prima.
Intanto, Aurelio De Laurentiis non ne può più: "Il Napoli dà fastidio. E' ingombrante, così come lo sono anche Lazio, Roma e Palermo. Se il campionato lo vogliono giocare in tre, allora se l'organizzino fra di loro. Noi giocheremo un altro torneo di 17 squadre e le vincenti nei rispettivi campionati giocheranno uno spareggio per l'assegnazione dello scudetto. Qui ci sono 17 Cenerentole e 3 Genoveffe". Dove le tre Genoveffe sono Inter, Juve e Milan. Maurizio Zamparini si è affretttao a dare ragione al collega e lo stesso ha fatto anche Tommaso Ghirardi, presidente del Parma. Bene, bravi, bis.
Chissà se De Laurentiis, Zamparini, Ghirardi, Lotito e gli altri cenerentoli avranno il coraggio di tenere la schiena dritta quando, prossimamente, saranno chiamati dalla Lega di serie A ad eleggere il successore di Maurizio Beretta, presidente uscente in procinto di passare a Unicredit. Chissà se De Laurentiis, Zamparini, Ghirardi e gli altri cenerentoli avranno il coraggio di votare no a Carraro, ex titolare di un impressionante numero di poltrone, l'ultima delle quali la presidenza della Federcalcio che fu costretto ad abbandonare nell'estate 2006 a causa di Calciopoli, scandalo dal quale è stato prosciolto sia dalla giustizia sportiva sia da quella ordinaria.
Il che non sposta di una virgola il giudizio politico sul possibile rientro del presidente federale al tempo dell'indecente mondiale nippo-coreano 2002 (quando Moreno buttò fuori gli azzurri) alla presidenza della Lega. Lo riassume efficacemente Pietro Lo Monaco, uno dei migliori dirigenti del calcio italiano: "A chi proporrà il nome di Carraro, dirò che è fuori di melone. Siamo in un momento difficilissimo per il calcio e si tira fuori Carraro? Rappresenta il passato, faremo le barricate". Interpellato dalla Gazzetta, Enrico Preziosi ha replicato: "No, chiudo il telefono. Su Carraro neanche rispondo".
Ecco, De Laurentiis: faccia come Lo Monaco e Preziosi. E già che c'è, convinca anche Zamparini che, di questi tempi non ne azzecca una: prima caccia inverecondamente Delio Rossi e poi, definendolo "un uomo di innegabile e forte potere" si schiera con l'ex presidente della federscinautico, ex presidente del Milan, ex numero uno di Figc, Lega e Coni, ex membro dell'esecutivo Uefa, ex sindaco di Roma, membro a vita del Cio e alto papavero della Fifa.
Coraggio, De Laurentiis: lei è un uomo di carattere e di successo. Anche perchè, se mai votasse per Carraro presidente della Lega, poi lo spiega lei ai tifosi del Napoli, che Carraro non hanno mai dimenticato, soprattutto quando la società saltò per aria e dovette ripartire dalla serie C. Lo stesso potrebbero dire i tifosi della Fiorentina ai Della Valle, qualora appoggiassero la candidatura di Carraro dopo che il club viola venne ignobilmente sbattuto in serie C: una delle più grandi, ributtanti ingiustizie che la storia del calcio italiano ricordi. O no? E che cosa dovrebbero dire i tifosi del Bologna? E quelli dell'Atalanta? E quelli del Piacenza? E quelli del Genoa, considerate le porcate che hanno dovuto subire in passato?
Poi, naturalmente, qualcuno, dentro il Palazzo, dovrà anche chiedere scusa a Moggi. Stando alle sentenze della giustizia sportiva, l'ex dg della Juve non è uno stinco di santo, ma, alla luce delle nuove intercettazioni emerse durante il processo di Napoli, è sempre più evidente che sia stato trasformato nel capro espiatorio di un sistema putrido e marcio, dove non sguazzava soltanto Lucianone. Adesso, invece, la santa alleanza Inter-Juve-Milan, così ferrea ai tempi in cui le Grandi si spartivano i diritti tv lasciando le briciole ai cenerentoli, rinasce dalle ceneri e appoggia Carraro presidente di Lega con l'interessato che, udite udite, ci potrebbe pure stare, ma a patto che tutti glielo chiedano.
Eppure, forse ci sbagliamo, ma Carraro non fu convolto in Calciopoli in quanto intercettato mentre parlava con il designatore arbitrale Paolo Bergamo, pregandogli di favorire la Lazio a livello arbitrale? Carraro non fu squalificato per 4 anni e 6 mesi nella sentenza della CAF (primo grado), per poi essere multato di 80.000 euro nella sentenza della Corte federale?
Eppure, forse ci sbagliamo, ma alle otto della sera, in diretta dalla Costa Smeralda su un tg nazionale, nella fatidica estate 2006, Carraro non disse che lasciava il calcio e mai e poi mai vi sarebbe rientrato?
Coraggio, De Laurentiis. Lo dica anche agli altri cenerentoli. Se Carraro ridiventa presidente della Lega, il calcio italiano può anche suicidarsi. Abete e Petrucci possono fare da testimoni.