Scudetto 2006:| 'La Juve può andare al Tar'
Il terreno della giustizia sportiva è agibile. La sfida all'ultimo ricorso lanciata dalla Juve sul tema degli scudetti avvelenati può aprirsi ufficialmente al Tnas (tribunale nazionale di arbitrato per lo sport presso il Coni), perché quest'ultimo, ribaltando le logiche della Figc e respingendo l'istanza di incompetenza della Federazione stessa e dell'Inter, ieri si è detto pronto a rispondere a quasi tutte le domande formulate dal club bianconero. Adesso si potrà discutere del provvedimento con cui il 18 luglio scorso la Federcalcio si sottraeva ad esaminare la revoca del titolo incriminato, come dell'atto del commissario straordinario Guido Rossi, che nel 2006 bastò a cucire il tricolore sulle maglie nerazzurre. Il Tnas entrerà nel merito di quello scudetto e si esprimerà sulla richiesta di «non assegnazione» avanzata dalla Juve. L'unica sfera sulla quale il Tribunale sportivo non si ritiene competente è quella relativa al risarcimento dei danni reclamato in corso Galileo Ferraris: per risolvere la questione, tuttavia, è lo stesso Tnas a suggerire la strada del Tar, spazzando via di fatto il vincolo di giustizia sportiva.
A 24 ore dall'inaugurazione del nuovo stadio bianconero, la campagna di Andrea Agnelli sul suolo romano si apre con un importante successo. Dallo slogan dei «29 scudetti vinti sul campo», all'ingresso autorizzato su un altro campo: quello di un tribunale pur sempre sportivo.
Il "gioco delle parti", prima che il presidente del Tnas Alberto de Roberto si pronunciasse, aveva acceso la partita nel pomeriggio romano. Questione di schieramenti: da una parte, appunto, il club bianconero; dall'altra un binomio compattissimo, formato dalla Figc e dall'Inter. Convergevano, anzi combaciavano, le memorie presentate dai legali di Via Allegri e da quelli nerazzurri, che contavano su un altro “decidere di non decidere". Nell'aula del Coni, durante l'udienza lampo, la posizione del "blocco" veniva argomentata soltanto dalla Federcalcio.
Viceversa, i rappresentanti di Moratti preferivano non aggiungere parole. Una corrispondenza che l'avvocato della Juve, Michele Briamonte, non ha mancato di rimarcare: «Abbiamo notato una coincidenza molto forte tra le posizioni della Federcalcio e dell'Inter, una coincidenza per noi piuttosto singolare che abbiamo fatto presente al presidente. Abbiamo potuto esporre tutti i nostri motivi per chiedere un giudizio in questa sede nel rispetto della giustizia sportiva».
Nell'economia del risultato ottenuto, decisivo è risultato l'apporto del professor Pasquale Landi, docente di diritto amministrativo, che componeva la squadra capitanata da Andrea Agnelli anche nella conferenza stampa del 10 agosto scorso. Quel giorno, da un hotel di via Veneto, a Roma, fu varato il piano della battaglia al Palazzo: ricorso al Tnas più quattro esposti, alla Corte dei Conti, al prefetto di Roma e al ministero dell'Interno, al controllo della gestione presso il Coni e all'Uefa. L'organismo europeo, il 2 settembre, è stato sollecitato dalla Juve ad aprire un'indagine sul comportamento della Figc e ad escludere l'Inter dalle Coppe europee.
Ieri, nel dispositivo redatto da de Roberto, veniva specificato: «Resta salva e impregiudicata la possibilità per il costituendo Collegio arbitrale, giudice della propria competenza, di adottare determinazioni anche diverse da quelle della presente pronuncia». Tradotto: qualora fosse il Collegio a non ritenersi competente, la palla passerebbe all'Alta Corte del Coni. Pertanto, la disputa rimarrebbe ancora circoscritta al perimetro della giustizia sportiva. È lì che la Juve vuole riscrivere la storia di Calciopoli.