Ieri Napoli-Inter ha visto un protagonista assoluto: Gonzalo Higuain. Due squadre che si giocheranno sino alla fine la vittoria dello Scudetto. Al momento, la differenza, la fa il numero 9 della squadra di Sarri. Questo il commento di Mario Sconcerti sul match di ieri sera e sull'attaccante argentino nell'editoriale de Il Corriere della Sera: "Il Napoli si chiede adesso cosa debba ancora al campionato. Ha battuto Inter, Juve, Lazio, Milan, Fiorentina, ha fatto 22 punti nelle ultime 8 partite, ha un attaccante che ha 0.85 di media gol, più del miglior Van Basten. Sembra quasi che la stagione le stia stretta, che abbia qualcosa in più non distinguibile nemmeno con la miglior classifica. C’è nel Napoli una freschezza diversa, come un magnetismo che lascia ad Higuain la sua bobina. Il resto è dolcemente normale, disposto a fare da cornice. Il Napoli è la migliore del campionato a questo punto della strada è chiaro, ma la sua possibilità di migliorare sembra proporzionale a quella degli avversari. In conclusione, non ho visto una grande partita. Ho visto una squadra orte contro un'altra che una sua forza. Ho visto tre tiri in porta che sono stati tre gol, non altre occasioni, non altre parate. C'è stata una chiusura tattica del Napoli quasi perfetta, ma non lo spettacolo che la partita meritava. Ha condizionato il gol dopo due minuti, ha fatto la differenza Higuain da solo, è stato confermato che il Napoli è da Scudetto, ma anche che l'Inter rappresenta la parte fisica del campionato e che può stare lì fino alla fine. Ho visto squadre ben allenate, ben preparate, studiate fino ai dettagli ma un pò' soffocate dall'importanza del risultato, sbloccata nel finale dalla paura del Napoli e il grosso ritorno dell'Inter. In sostanza, poche occasioni ma tutte molto emotive. In Napoli ha vinto giustamente, ma mi aspettavo una dimostrazione di superiorità diversa. Mi è sembrato invece abbia sofferto troppo per quel che ha prodotto, per quella che era la sua superiorità naturale. La partita è stata davvero bella negli ultimi 20' quando non c'era più controllo mentale e ognuno andava secondo istinto. Finché hanno vinto i moduli, gli schemi, le necessità, c'è stato un buon clacio accennato, quai mai realizzato. Solo Higuain, che comunque gioca nel Napoli e giustifica la differenza. Ora il campionato ha il suo riferimento, chi deve vincere deve pensare al Napoli ed è un pensiero molto difficoltoso. Ma anche l'Inter non esce distrutta, anzi. Ha avuto inferiorità e molta sfortuna, la chiarezza di non avere la squadra esatta, ma di essere sempre competitiva. Peggio non poteva andargli, un gol e un'espulsione subito. Finisce con il rimpianto di due pali decisivi. Se il Napoli è meritatamente primo, l'Inter, forse per la prima volta, è correttamente un po' piena di sé".