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Sconcerti: 'Seedorf sta facendo un brutto lavoro, ha bruciato quattro giocatori'
Seedorf ha tutto per diventare un grande tecnico, ma niente per qualcosa di diverso. Non sarà mai uno buono, uno così così. Ha un concetto di sé che lo porta solo al superlativo. L’artista è un uomo solo, l’arte diventa poi degli altri, se e quando diventa arte. Seedorf è oggi uno che dipinge su una tela, ha dentro di sé l’universo, ma non ha l’anima per raccontarlo. È chiuso dalla sua intelligenza, non stima i calciatori. Ma così non c’è gioco, non c’è corsa, non c’è forza, non c’è partita, non c’è anima. Il calcio è infantile, quasi animale, pretende il rischio di saper ridere di sé. Cruijff ha perso letteralmente il cuore per affermare le sue idee. Mourinho ha accettato di essere solo contro tutti. Rocco dopo le partite, si prendeva l’ultima doccia dello spogliatoio e si lavava insieme agli altri per sentire semi clandestino cosa dicevano di lui i giocatori. I Grandi rischiano se stessi, Seedorf ama gli sia riconosciuta la differenza a priori. Non è vanità, è un limite, non sa andare oltre. La squadra è ingiudicabile, non esiste. Singolarmente tutti sono da grande squadra. Nessuno riesce però a metterli insieme. E il giorno in cui saranno squadra, bisognerà capire di che tipo: prima fascia? Seconda, terza?
C’è poi il problema di domani. Nessuno sa cosa sia Barbara Berlusconi, non è chiara la sua valenza, ma è chiaro che rappresenta l’ultima possibilità di futuro se i soldi del padre passano attraverso di lei. Perché questo è il fondo di tutti i problemi, l’eccesso che non c’è più. Il Milan è ancora una società ricca, ma si è normalizzata. È come gli altri. E a che serve un Milan normale? Quale diventa la sua diversità, il suo diritto a essere migliore? Non si può attaccare un allenatore dietro l'altro mantenendo una società divisa. Chi è Galliani lo sappiamo. Ora è tempo che Barbara dimostri vhi è a sua volta, dove sta il suo vantaggio, cosa può fare per il Milan, che idee ha di società. Il respiro a metà toglie aria a tutti.
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera