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Sconcerti a CM: 'L'impresa di Mancini vale quella dell'82. Barella perfetto per la Premier, Allegri e Spalletti i veri top della Serie A'
Sconcerti, Mancini ha detto che la vittoria all’Europeo resterà in libri di storia.
«Sono d’accordo, Mancini ha ragione. Più che al Mondiale del 2006, frutto di una generazione di fuoriclasse, penso sia paragonabile al Mondiale del 1982. Anche allora si veniva da un periodo difficile, gli Anni di Piombo. Quel Mondiale fu una liberazione e segnò un “Nuovo Inizio”. Mi auguro succeda così anche con questa vittoria anche se l’Europeo, lo sappiamo, non equivale il Mondiale».
Passiamo alle faccende di casa nostra, cioè al mercato che tiene banco. Ci sono in giro giocatori che sono in grado di spostare gli equilibri? «Non ce ne sono, io in giro non ne vedo. Mi aspetto un mercato con tanti trasferimenti, tanti prestiti, ma fuoriclasse in grado di far vincere una squadra no, quelli non ci sono».
Quali azzurri sono pronti per un campionato tipo la Premier o la Bundesliga?
«Il primo nome che mi viene in mente è quello di Barella. Lo vedo perfetto per il campionato inglese».
Chi fa mercato oggi?
«E’ la cassa che fa mercato. I soldi. Paradossalmente non è mai stato tanto facile comprare un giocatore di livello. Se hai i soldi, lo prendi. Se il prezzo è 60-70 milioni e tu li hai, il giocatore lo porti a casa. Su questo non ci sono dubbi. Il problema è che non ci sono soldi. E allora ti adegui, lavori su soluzioni di mercato che un tempo non avresti mai preso in considerazione: guarda cosa ha fatto la Juve con Chiesa e cosa sta provando a fare con Locatelli. A proposito della Juve voglio dire una cosa».
Prego.
«La Juve è nettamente - ma nettamente - il club più forte e solido d’Italia, basti dire che negli ultimi 18 mesi ha fatto un aumento di capitale di 700 milioni; ma il mercato sarà necessariamente di basso profilo anche se credo che la Juve tornerà subito protagonista. E sinceramente uno come Locatelli non serve poi molto».
Cioè?
«Locatelli non è un regista. Ma una splendida mezzala che - all’occorrenza - sa fare anche il regista. Credo che Allegri stia pensando ad un 4-2-3-1 con Locatelli e Bentancur mediani e ho idea che saprà valorizzare moltissimo Kulusevski».
Sei d’accordo sul fatto che saranno gli allenatori a fare la differenza in Serie A?
«Sì, sono d’accordo. Questo sarà il campionato degli allenatori. Allegri, ovviamente. E Spalletti a Napoli, credo farà grandi cose. Ma moltissimo mi aspetto da Mourinho e Sarri. Mourinho porta alla Roma personalità e carisma, quello che mancava. La qualità c’è già. E stiamo sottovalutando Sarri, sa di calcio e ha sete di rivincita. Lo dico ora: la Lazio farà un grande campionato».
«Sono d’accordo, Mancini ha ragione. Più che al Mondiale del 2006, frutto di una generazione di fuoriclasse, penso sia paragonabile al Mondiale del 1982. Anche allora si veniva da un periodo difficile, gli Anni di Piombo. Quel Mondiale fu una liberazione e segnò un “Nuovo Inizio”. Mi auguro succeda così anche con questa vittoria anche se l’Europeo, lo sappiamo, non equivale il Mondiale».
Passiamo alle faccende di casa nostra, cioè al mercato che tiene banco. Ci sono in giro giocatori che sono in grado di spostare gli equilibri? «Non ce ne sono, io in giro non ne vedo. Mi aspetto un mercato con tanti trasferimenti, tanti prestiti, ma fuoriclasse in grado di far vincere una squadra no, quelli non ci sono».
Quali azzurri sono pronti per un campionato tipo la Premier o la Bundesliga?
«Il primo nome che mi viene in mente è quello di Barella. Lo vedo perfetto per il campionato inglese».
Chi fa mercato oggi?
«E’ la cassa che fa mercato. I soldi. Paradossalmente non è mai stato tanto facile comprare un giocatore di livello. Se hai i soldi, lo prendi. Se il prezzo è 60-70 milioni e tu li hai, il giocatore lo porti a casa. Su questo non ci sono dubbi. Il problema è che non ci sono soldi. E allora ti adegui, lavori su soluzioni di mercato che un tempo non avresti mai preso in considerazione: guarda cosa ha fatto la Juve con Chiesa e cosa sta provando a fare con Locatelli. A proposito della Juve voglio dire una cosa».
Prego.
«La Juve è nettamente - ma nettamente - il club più forte e solido d’Italia, basti dire che negli ultimi 18 mesi ha fatto un aumento di capitale di 700 milioni; ma il mercato sarà necessariamente di basso profilo anche se credo che la Juve tornerà subito protagonista. E sinceramente uno come Locatelli non serve poi molto».
Cioè?
«Locatelli non è un regista. Ma una splendida mezzala che - all’occorrenza - sa fare anche il regista. Credo che Allegri stia pensando ad un 4-2-3-1 con Locatelli e Bentancur mediani e ho idea che saprà valorizzare moltissimo Kulusevski».
Sei d’accordo sul fatto che saranno gli allenatori a fare la differenza in Serie A?
«Sì, sono d’accordo. Questo sarà il campionato degli allenatori. Allegri, ovviamente. E Spalletti a Napoli, credo farà grandi cose. Ma moltissimo mi aspetto da Mourinho e Sarri. Mourinho porta alla Roma personalità e carisma, quello che mancava. La qualità c’è già. E stiamo sottovalutando Sarri, sa di calcio e ha sete di rivincita. Lo dico ora: la Lazio farà un grande campionato».