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    Sconcerti a CM: 'Gli errori della Juve e quelli di Ibra. Ripresa Serie A? C'è una grande differenza con la Bundesliga...'

    Sconcerti a CM: 'Gli errori della Juve e quelli di Ibra. Ripresa Serie A? C'è una grande differenza con la Bundesliga...'

    Sconcerti, che effetto ti ha fatto vedere la Bundesliga?
    «L’ho vista volentieri, per un’ora circa, ma ogni tanto - ti devo dire la verità - mi sorgeva spontanea una domanda: cosa c’è che non va? Cos’è che mi disturba».

    Il calcio senza pubblico è una recita in un teatro vuoto.
    «Sì, ma al di là del pubblico, mancava qualcosa. C’era una discreta velocità, ma poco agonismo. I calciatori lo facevano senza malizia, ma quello succedeva».

    Oggi 18 maggio come sta il calcio italiano?
    «Se il 13 giugno - come è stato detto - è una data imprescindibile per la ripresa del campionato, allora devo dire che siamo in ritardo. Il Consiglio Federale ci sarà mercoledì, poi in teoria dal 21 si potrà ricominciare. Ma dal 21 maggio fino al 13 giugno ci sono venti giorni. E dopo due mesi e mezzo di stop mi sembra un problema mettere in piedi una preparazione come si deve. O hanno bluffato fino ad oggi raccontandoci che una preparazione necessita di tempo, oppure si fa fatica a pensare di rivedere pronti calciatori che non giocano da marzo».

    Avverti qualcosa di nuovo negli ultimi giorni?
    «Ci siamo accorti che stiamo lentamente uscendo dall’emergenza. Ma il nodo cruciale del calcio è uno».

    Come gestire un calciatore positivo.
    «O si va tutta la squadra in quarantena o si tratta da infortunato, io credo che sia questo l’unico modo per pensare di cominciare. I positivi ci saranno, questo bisogna accettarlo. Io credo che sia un rischio da correre, con tutte le cautele e cercando di tracciare i positivi».

    In Bundesliga - come dicevamo - sono ripartiti.
    «Fai attenzione, però. Lo status del calciatore della Bundesliga è diverso da quello della Serie A. In Germania sono liberi professionisti sotto contratto, da noi sono lavoratori dipendenti e questo sposta le responsabilità. Da noi c’è questa grande anomalia che tu paghi da lavoratori dipendenti dei professionisti in tutto e per tutto, per questo le società non dovrebbero versare i contributi ai calciatori, ma trattarli da liberi professionisti».

    Intanto in Italia c’è chi fa il furbetto. La Lazio ha cominciato a giocare le partitelle prima del via libera.
    «Non mi scandalizza, i furbetti ci sono sempre stati e sono talmente tanti che se la maggioranza vince alla fine purtroppo vincono loro».

    Ibrahimovic guarda Milano dalla finestra e posta sui suoi account social frasi criptiche. Boh. A me sembra fuori dal mondo.
    «Faccio una premessa: Ibrahimovic è stato a livello di Messi e Ronaldo, non c’è nessun giocatore decisivo come lui in questi ultimi vent’anni, ha vinto ovunque è andato, in quattro paesi diversi, ma sono d’accordo: se stesse più attento quando parla, per esempio a nominare il nome di Dio invano, bè, sarebbe meglio. Lo dico simpaticamente, ma mi fa ridere vederlo alla finestra, lui che guarda Milano ed emette sentenze, con tutto il dolore che ha vissuto Milano in questi due ultimi mesi...».

    Abbiamo tutti celebrato per anni la bravura della Juventus nella gestione dei casi difficili e dei malumori. Non credi che in quest’ultimo periodo qualcosa le sia sfuggito di mano? L’atteggiamento di Rabiot, il ritorno rimandato di Higuain, il libro di Chiellini.
    «Chiellini ha scritto un libro molto sincero. Rabiot? Quando tu prendi giocatori a costo zero, la percentuale di fallimenti è alta, poi il resto viene di conseguenza, anche certi atteggiamenti. Diverso il caso di Higuain. Credo abbia perso la testa quando l’hanno dato in prestito al Milan e poi al Chelsea. Vuol dire che non credono più in te. E lui in quel momento ha mollato. E’ stato un errore di gestione della Juventus».

    Pensi che Lautaro Martinez sia pronto per il Barcellona?
    «Sì, assolutamente. Il calcio spagnolo è il calcio suo. Lui è bravo, è veramente un grande giocatore. E’ il vecchio classico centravanti per il Barcellona, che porta via i difensori e crea lo spazio. E’ il compagno ideale per Messi».

    Ultima cosa: che ne pensi della riforma della B e della C su cui si sta discutendo?
    «Che la Serie C vada riformata non c’è dubbio, ma è un errore riformarla a danno della B. Una B a due gironi ha poco senso, svaluti il torneo. 40 buone squadre di B non le trovi, così non diventa più un torneo allenante per la A. Devi ridurre le squadre professionistiche agendo sulla Serie C. La domanda è: 60 squadre di C ce le possiamo permettere? No. Devi rivalorizzare la C. Ma tutto il calcio italiano in realtà deve pagare meno, perché puoi dividere come vuoi i campionati, ma li devi pagare meno, ci devono essere dei tetti, altrimenti non sono sostenibili. Oggi molti imprenditori che finanziano le squadre di C sono in grandi difficoltà. E ci saranno conseguenze pesanti».

    di Furio Zara

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