Scommesse, quando il giudice Sandulli sentenziò: 'A Conte è andata bene'
“(…) Il Siena era già matematicamente promosso in serie A (si trattava solo di vedere se sarebbe arrivato primo il Siena o l’Atalanta). In questa situazione Carobbio, che militava nel Siena, mi assicurò che per i primi 80 minuti, secondo quanto riferitogli da Poloni, la partita quasi certamente sarebbe stata senza gol. Dal discorso che mi fece io intuii che la partita alla fine sarebbe stata vinta dall’Albinoleffe, che aveva bisogno di punti, ma si è trattato soltanto di una mia intuizione in quanto il discorso di Carobbio faceva riferimento solo a questi primi 80 minuti. Pertanto io e Cassano abbiamo scommesso sull’Under (meno di tre gol) 5.000 euro a testa realizzando una vincita netta che si pensava fosse di 18 mila euro complessivi mentre in realtà Cassano ha ricevuto 9.000 euro netti (…)”.
Dal verbale di Coppola a quello dell’attendibilissimo Carobbio.
“Al termine di Siena-Albinoleffe dell’8 gennaio 2011, l’allenatore in seconda, Stellini, chiese a me e a Terzi di contattare qualcuno degli avversari per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse maggiormente bisogno. Ne parlai con Garlini, un senatore dell’Albinoleffe, e Terzi che contattò Bombardini, entrambi mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara Albinoleffe-Siena del 29 maggio, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park Hotel di Stezzano, in provincia di Bergamo. Vennero Sala, Passoni, Poloni, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’Albinoleffe, che si incontrarono con me, Nando Coppola e un altro del Siena che non ricordo. In quell’occasione ci accordammo per dare i punti all’Albinoleffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai playout, ma chiedemmo di limitare la sconfitta a un solo gol di scarto, possibilmente 1-0. Sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori per un risultato eclatante. In settimana si parlò molto tra società, calciatori e allenatore sull’accordo raggiunto. Qualcuno voleva vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio previsto. Ma alla fine fummo tutti d’accordo, squadra e allenatore, nel lasciare la vittoria all’Albinoleffe”.
Le considerazioni di Dario Nicolini, autore di Ingiustizia sportiva: “Piuttosto chiaro anche qui, non vi pare? Dettagliato, soprattutto. Luoghi, orari, date, personaggi, intenti e addirittura perplessità. (…) I nomi erano quelli di Stellini, Garlini, Terzi, Bombardini, Sala, Passoni, Poloni, Coppola e Conte. Le carte dicono: tutti d’accordo, squadra e allenatore”.
“Quindi, che cosa ha chiesto nei loro confronti il procuratore federale Palazzi? Illecito sportivo. Per tutti, ma non per Conte. Per lui, lo sapete già, solo omessa denuncia. Quattro mesi da sommare ai sei chiesti per Novara-Siena: totale dieci mesi di richiesta contro il minimo di tre anni per un singolo illecito”.
Scrive Dario Nicolini: “In teoria, e sarebbe rimasta tale, il deferimento soft di Conte da parte della Procura Federale poteva comunque non essere vincolante. Nel senso che poteva essere modificato a posteriori? In che modo? Si sarebbe comunque potuto cambiare in una imputazione per illecito sportivo. Da parte di chi? Dal primo e/o dal secondo grado di giudizio , cioé dalla Commissione Disciplinare e/o Corte di Giustizia Federale. E’ un loro diritto, anzi dovere, nel caso in cui avessero ritenuto (e nel secondo caso lo hanno fatto eccome) che Conte fosse colpevole di illecito sportivo, e cioé fosse parte dell’accordo col Novara per pareggiare o con l’Albinoleffe per perdere l’ultima di campionato, a giochi fatti, e non solo di omessa denuncia, ossia essere semplicemente a conoscenza dell’accordo. Avrebbero potuto cambiare l’imputazione e comminargli non dieci mesi ma tre o quattro anni di squalifica (…) E la Corte di Giustizia avrebbe quantomeno voluto”.
E venne un giudice chiamato Pietro che di cognome faceva Sandulli.
Intervista a Radio Capital del Presidente della Corte di Giustizia, Sandulli per l’appunto.
Domanda relativa alla posizione di Conte: “Se il procuratore Palazzi avesse proposto l’illecito in questo secondo grado di giudizio forse sarebbe stato accolto?”
Risposta di Sandulli: “Beh, guardi che questo se l’è posto già la sentenza di primo grado, questo problema. E sì, probabilmente…Non so se sarebbe stato accolto, però forse sarebbe stato più coerente con il problema giuridico che si è posto”.
Domanda: “Insomma Conte può essere soddisfatto, gli è andata bene?”
Risposta di Sandulli: “Beh lui da una delle due parti è stato assolto quindi indubbiamente certamente gli è andata bene, cioé nel senso che in uno dei due illeciti si è dato ragione alla sua difesa e a lui. L’altra ci è sembrata appunto tale da poter invece confermare la pena”.
Domanda: “Cioè avrebbe preso molto di più se fosse stato un illecito e non un’omessa denuincia?”
Risposta di Sandulli: “Beh se fosse stato un illecito sarebbero stati tre anni”.
Ma quello che Sandulli dice prima, sempre nella stessa intervista, è ben più grave.
“Beh per Conte diciamo che sostanzialmente una delle due incolpazioni per omessa denuncia è venuta meno, l’altra ci è sembrata invece molto grave, forse probabilmente sarebbe dovuta essere rubricata in un altro modo. Quindi la conferma della sanzione”.
Domanda: “Quindi perché una è stata accolta e l’altra no, mi può spiegare bene?
Risposta di Sandulli: “Perché quella nei confronti della partita Novara-Siena non abbiamo ritenuto che fosse stata un’omessa denuncia perché appunto tutto sommato sembrava un pochettino curioso ‘sto fatto che se lei pensa ad un allenatore esperto come Conte si va a mettere nello spogliatoio per dire questa la pareggiamo, mi sembra poco logico. L’altra no, l’altra invece aveva parecchi elementi, forse stavamo più che sull’omessa denuncia, forse si poteva ipotizzare qualcosa di diverso…”
A Sandulli, purtroppo, nessuno ha avuto la prontezza di chiedere che cosa significasse allenatore esperto? Esperto di che cosa? Nel fare e dire che cosa?
Ora, come scrive sapidamente Nicolini, alla “Corte di Giustizia Federale sarà anche sembrato un “pochettino curioso”, per carità, ma a dire che Conte ne ha parlato davanti a tutti nella riunione tecnica è stato il testimone diretto Filippo Carobbio. E perché è finito in galera (…)”.
Sempre Nicolini: “La soluzione assolutamente pazzesca trovata dagli organi di giustizia sportiva è stata che Carobbio è credibile, ma non sempre”.
Non quando parla di Conte.
Logico? Giusto? Accettabile?
(2,fine).
LEGGI QUI LA PUNTATA NUMERO 1: Mourinho ha ragione: Conte è stato condannato per il calcioscommesse