Scommesse, Pesoli: 'Mai visto Palazzi'
Si è incatenato per quattro giorni alla sede della Figc senza mangiare né dormire, ma non è servito ad Emanuele Pesoli per ottenere ciò che chiedeva: un confronto con Carobbio e Gervasoni, i due giocatori che l'hanno accusato nell'ambito del calcioscommesse. "Con Palazzi non ho mai parlato e mi ha dato 3 anni di squalifica - spiega il difensore del Siena -. Non ho mai pensato di patteggiare, sono innocente e non sono disposto a pagare pene lievi".
Il difensore del Siena, in procinto di passare al Verona, è stato squalificato per tre anni in seguito al processo sul calcioscommesse che lo ha visto tra gli indagati per una presunta combine ai tempi del Varese nella sfida contro il Siena di Conte. Il difensore in seguito alla sentenza si è incantenato davanti la sede della Figc per ottenere un faccia a faccia contro i suoi accusatori, Carobbio e Gervasoni, ritenuti credibile da Stefano Palazzi. "Ringrazio la Figc che mi ha voluto ascoltare, ma non sono riuscito a ottenere quello che chiedevo - spiega Pesoli a Tele Radio Stereo -. Volevo incontrare Gervasoni e Carobbio ma non mi è stato concesso. Palazzi ha creduto a quanto gli hanno detto e io con lui non ho mai avuto modo di parlare, di difendermi. Ha creduto a loro e mi hanno squalificato tre anni, mentre a Gervasoni han dato tre mesi".
Il difensore del Siena ha poi rivelato il tenore dei contatti con Gervasoni. "Ero a casa, mi squillò il cellulare, numero sconosciuto, era Gervasoni. Non lo conoscevo. A quella telefonata seguirono tanti messaggi, più che altro si informava su chi avrebbe giocato la domenica successiva. Non erano domande dirette, ma tendenti a sapere qualcosa di specifico. Capii che c'era qualcosa che non andava. Il Varese già ai playoff giocava contro il suo Piacenza che lottava per non retrocedere. Il punto oscuro di tutto è che con Gervasoni parlai spesso di Varese-Piacenza, mentre sono stato messo in mezzo per Siena-Varese per la quale mi sono sentito con Gervasoni solo perché voleva sapere in che albergo avremmo alloggiato. Qualcosa di folle anche perché mi ritrovo condannato per tre anni per una partita che secondo Gervasoni doveva finire in parità, che è finita 5-0 e nella quale ho giocato appena mezz'ora, entrando sul 4-0".
"I contatti con Carobbio? Totalmente inventati - prosegue Pesoli -. Palazzi ha solo creduto a quanto gli hanno detto ossia che io abbia chiesto a Gervasoni chi del Siena potesse esser utile per una combine... Cose completamente inventate". Ma perché Gervasoni avrebbe tirato in mezzo Pesoli in questa storia? "Potrei pensare a una vendetta una volta che capì che non avrebbe trovato terreno fertile. Oppure ha scelto così perché più persone tirava dentro, meno avrebbe pagato. E' assurdo che lui abbia preso tre mesi e io tre anni". Pesoli infine si sfoga: "Non chiedo la grazia e non patteggerò mai perché sono innocente. La mia unica colpa è stata quella dell'ingenuità ma sono un uomo e un calciatore pulito". Se invece gli venisse concesso un confronto con i due accusatori Pesoli dovrebbe sforzarsi di "mantenere la calma. Potrei non rispondere delle mie azioni se non lo facessi. Intanto aspettiamo l'appello del 20 agosto. Se andasse male ci rimetteremmo al TNAS ma comunque dovrei farmi sei mesi di squalifica".