Palazzi demolito, 7 prosciolti e per Conte partita tutta da giocare
La demolizione di Palazzi e del suo impianto accusatorio è il risultato più eclatante delle sentenze emesse stamane dalla Commissione Disciplinare che ha assolto 7 tesserati, smontando a una a una le accuse del Procuratore Federale.
Un'autentica caporetto che, ancora una volta, ripropone la questione dei pentiti e l'improcrastinabile necessità di rifondare la giustizia sportiva, fondata sull'arcaico principio dell'onere della prova a carico dell'incolpato e sulla responsabilità oggettiva, in base alla quale pagano anche società che non c'entrano nulla con le porcherie dei loro tesserati riconosciuti colpevoli.
Leggete su calciomercato.com (http://www.calciomercato.com/altre-notizie/bonucci-e-pepe-assolti-10-mesi-a-conte-490202) le motivazioni ie verdetti.
Nel caso di Bonucci (per il quale erano stati addirittura richiesti 3 anni e mezzo di squalifica), Pepe, Di Vaio, Padelli, Salvatore Masiello, Vives, Belmonte e dell'Udinese, per i quali il proscioglimento è un autentico trionfo, è sconcertante come si sia potuto dare credito ad un pentito, Andrea Masiello, che ha cambiato più volte versione e aveva già indotto i magistrati d Bari a dubitare della sua veridicità.
Nel caso di Conte, la partita è ancora tutta da giocare in sede di appello ed eventualmente di Tnas, il Tribunale dell'Arbitrato Sportivo.
Non essendoci nessuna prova, nessun riscontro, nessuna intercettazione che avvalori le parole di Carobbio, ma soltanto la sua parola contro quella di Conte, i legali dell'allenatore dispongono di considerevoli margini di manovra per smontare in secondo grado il Teorema Palazzi.
C'è un passaggio della motivazione, relativo all'incontro Novara-Siena, decisamente iluminante sui meccanismi di funzionamento della giustizia sportiva.
Scrive la Disciplinare:
"Si è già dato atto di come le dichiarazioni rese dagli altri tesserati, deferiti e non, presenti alla suddetta riunione, tendenti a smentire quanto affermato da CAROBBIO, non siano attendibili, perché finalizzate a proteggere se stessi da una contestazione disciplinare.
Qui occorre valutare se le dichiarazioni rese da CAROBBIO siano attendibili o meno, anche alla luce delle specifiche eccezioni, sul punto, sollevate da CONTE.
Preliminarmente, occorre sgombrare il campo dalla tesi, sollevata dalla difesa del deferito, che vorrebbe, nella mancanza di prova circa un “passaggio di soldi” o di un’intercettazione, telefonica o ambientale o di una testimonianza de relato, la riprova dell’inesistenza dell’illecito.
Si è spiegato come questo tipo di accordi trovi le proprie motivazioni in altre finalità, quali quella della convenienza reciproca delle due squadre ai fini della classifica, che non sempre comporta la necessità di corrispondere denaro.
Ancora, si è già indicato come questo tipo di illecito, a differenza di quelli legati alle scommesse, sia maggiormente “accettato” dall’ambiente e abbia un “protocollo” molto più semplice, perché se ne può liberamente parlare all’interno dello spogliatoio e non necessita di tessere una rete di contatti tra vari giocatori delle due squadre, con altrettanti trasferimenti di denaro, per portare a casa il risultato sperato, ma come sia sufficiente che un solo “rappresentante” della squadra prenda contatto con quello dell’altra, per chiudere la combine e riferirne agli altri".
Traduzione in italiano: noi non abbiamo nessuna prova che dimostri la responsabilità di Conte; i 24 tesserati che hanno partecipato alla riunione assieme a lui hanno smentito Carobbio perchè altrimenti sarebbero stati deferiti, ma Carobbio invece per noi è credibile.
Però, se è così credibile, se siete così convinti delle sue accuse, allora perchè la giustizia sportiva non ha punito, deferendoli, tutti, dicansi tutti, i partecipanti alla fatidica riunione tecnica precedente Novara-Siena?
Questo è soltanto il primo punto a disposizione della difesa di Conte.
Il secondo concerne Albinoleffe-Siena. Secondo la Diciplinare, in quanto allenatore del Siena, Conte non poteva non sapere della combine ordita dai giocatori infedeli. E le prove? Dove sono le prove?
En passant, il grande accusatore di Conte se l'è cavata con soli 4 mesi, grazie alle norme sui pentiti varate dalla Federcalcio.
Il 1° giugno corso, dopo l'ondata di sentenze precedenti l'attuale, con una nota d'agenzia la Federalcio aveva lasciato capire che Abete avrebbe potuto impugnare i verdetti troppo morbidi pro pentiti, suscitando l'irritazione dello stesso Procuratore Federale. Naturalmente, nonè successo nulla. E' giustizia questa? No, non è giustizia.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com