Calcioscommesse, che verminaio a Bari: nuovi sospetti su Conte
Sotto inchiesta altre cinque gare di Serie A.
Scommesse incrociate: c'è un nuovo pentito.
Il sistema: così una rete di giocatori si scambiava le dritte per le puntate sulle partite degli amici. Masiello ha riferito che alcuni del Bari vendettero anche il match col Treviso del 2009.
Al termine dell’interrogatorio, il portantino di Bari, quello che girava con la tuta sociale anche di sera per dimostrare che era uno di loro, uno “amico dei calciatori”, l’ha buttata lì quasi come fosse una cosa normale: «Che poi, dottore, quelli scommettevano anche sulle altre partite di serie A: avevano sempre le informazioni giuste». Certo non immaginava, Angelo Iacovelli, detto Angiolino, che in quelle poche parole ci fosse l’inizio della nuova (e finora segretissima) inchiesta sul calcioscommesse, un ulteriore spigolo contro cui sta per sbattere il calcio italiano.
Partendo da quella dichiarazione, gli inquirenti, dopo poche settimane di lavoro, sono infatti arrivati a ricostruire le dinamiche di quella che si configura come una sorta di centrale nazionale del calcioscommesse. I calciatori indagati, stando a quanto risulta dagli atti dell’inchiesta, erano in grado di scambiarsi i risultati esatti già prima delle partite, come fossero figurine. E di non sbagliare mai. «Io ti do la mia partita di B e tu mi dai la tua di A». Così funzionava, secondo Iacovelli, che nella sua deposizione ha indicato anche alcune gare: sono almeno cinque quelle di serie A, sulle quali stanno già lavorando i carabinieri del reparto operativo di Bari che ora si trovano di fronte a dover fare luce su un sistema inatteso con diramazioni in tutta Italia e non più solo a Bari. Un lavoro improbo che però ha conosciuto recentemente un importante momento di svolta quando uno dei protagonisti di quella stagione pugliese di pallone marcio e scommesse clandestine ha deciso di pentirsi. Il calciatore in questione, sul quale gli inquirenti per il momento vogliono tenere il massimo riserbo, aveva deciso di collaborare già da qualche settimana. Nei giorni scorsi, ha cominciato a parlare con gli investigatori e le sue prime affermazioni, a quanto pare hanno già aperto nuovi scenari. Nei suoi ricordi potrebbero esserci «le altre importanti novità» di cui ha parlato il capo della Polizia, Antonio Manganelli.
Un salto di qualità per la procura di Bari, che indaga da tempo su un giro di calciatori e scommettitori che nel corso degli anni ha alterato alcune partite di serie B e di serie A della squadra biancorossa. Tre dei protagonisti di questa storia, (il difensore Andrea Masiello e i suoi due amici Carella e Giacobbe) hanno patteggiato la pena. Nel suo ultimo interrogatorio, Masiello ha raccontato però di altre due partite truccate: la gara con la Salernitana, della stagione 2009 e quella con il Treviso del 2008. Si tratta di due gare comprate dagli avversari per ragioni sportive. Lo spogliatoio era tutto d’accordo nel primo caso, mentre nella seconda parte erano consapevoli della combine soltanto alcuni giocatori. Con la Salernitana i soldi erano stati divisi in palestra alla presenza di tutta la rosa, oggi indagata: tra gli altri, racconta qualcuno, c’era anche l’attuale difensore della nazionale Ranocchia che lasciò i soldi però a Iacovelli. Concordano tutti i testimoni, almeno davanti ai magistrati, che in entrambi i casi l’allenatore, Antonio Conte (forse verrà risentito nei prossimi giorni), era stato tenuto all’oscuro della vicenda: forse si era accorto di qualcosa, ha raccontato qualcuno, perché aveva chiesto ripetutamente alla squadra il massimo impegno. Ma le imprese di quel Bari rischiano adesso di essere messe in ombra dalle nuove rivelazioni del pentito e di Iacovelli, al quale comunque la procura dà molto credito visto che fino ad oggi tutto quello che ha raccontato dal giorno del suo arresto (nel febbraio del 2012) si è dimostrato vero. (Giuliano Foschini e Marco Mensurati - La Repubblica)
Scommesse: Ranocchia smentisce ogni coinvolgimento, per cancellare le prove Guberti rompe il telefono.
I contatti tra Conte e i suoi ex giocatori che destano sospetti.
La tecnica è quella dei cerchi concentrici, via tutti uno alla volta fino ad arrivare al punto. Così i magistrati baresi stanno cercando di far luce sulla «fabbrica del tarocco», il Bari di Masiello & co. che combinava le partite su commissione dell’avversario di turno e poi, magari, si vendeva il risultato esatto agli scommettitori. Salernitana e Treviso sono le partite indagate più a fondo però c’è anche quella col Piacenza, finora lasciata in un cassetto, che sarà affrontata in ottobre: in tanti saranno convocati in procura per rispondere a nuove domande, molte risposte sono state giudicate incomplete.
Domanda che si ripete: Antonio Conte ha o non ha un ruolo negli accordi sottobanco del Bari che fu suo? Per ora gli inquirenti hanno incassato solo dei «no, il tecnico non sapeva». Ma gli investigatori continuano a indagare e stanno analizzando i contatti tra il tecnico ora alla Juve e i suoi ex giocatori; il sospetto da fugare è che ci sia stato una sorta di richiamo all’ordine prima degli interrogatori estivi. Intanto nuovi particolari emergono per le partite contro il Treviso e la Salernitana. Chissà come avranno reagito i carabinieri del nucleo operativo di Bari quando, indagando, oltre ai soliti calciatori disponibili a vendere partite e ai dirigenti disposti a comprarle (ce n’è uno della Salernitana indagato) si sono trovati a dover approfondire i comportamenti di un collega di Salerno che ha avuto un ruolo attivo nei preparativi alla combine. Il carabiniere in questione, secondo quanto trapela, è a sua volta indagato perché avrebbe partecipato alla consegna dei soldi, che poi i giocatori del Bari si sono spartiti. Ma quali giocatori del Bari? Le accuse partono dalle dichiarazioni di Andrea Masiello, il terzino che ha patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi. È Masiello a fare i nomi, che però hanno trovato solo parziali conferme nelle dichiarazioni di Stellini (all’epoca calciatore, poi diventato assistente di Conte) e di altri. Per la gara con il Treviso del 2008, nei verbali sarebbe emerso che Gillet, Gazzi e Stellini si erano opposti a ogni tentativo di combine, mentre altri (Rajcic, Santoruvo, Esposito e Ganci) sarebbero stati favorevoli. Un anno dopo, lo scenario è diverso.
La trattativa per combinare la gara con la Salernitana è stata complessa e ben pianificata: i giocatori del Bari infatti non si fidavano perché credevano che la società campana non avesse i soldi per onorare l’impegno. Masiello sembra attribuire un ruolo di primo piano a Stellini, che avrebbe radunato i giocatori più rappresentativi nella palestra per discutere se accettare la combine. Però Stellini per quella partita non verrà nemmeno convocato. Comunque la trattativa prosegue, viene concordata la cifra di 160 mila euro. Ma sono giorni di grande tensione: si manifestano anche al cinema, dove Conte ha portato la squadra alla vigilia del match per distrarla. In ritiro, però, le telefonate con il contatto alla Salernitana, Massimo Ganci, continuano. E così— secondo il racconto di Masiello —Stefano Guberti, altro giocatore del Bari, nel tentativo, maldestro, di cancellare le prove avrebbe distrutto il telefonino lanciandolo in piscina. Ovviamente i tabulati telefonici hanno conservato tutto e potranno confermare o smentire. Per ora, è Andrea Ranocchia a smentire ogni coinvolgimento. Contro di lui c’è sempre la parola di Masiello. Agli investigatori, però, non risulta che l’interista abbia intascato soldi. E il difensore Ranocchia ieri ha contrattaccato: «Sono tranquillo perché rispetto a due mesi fa niente è cambiato. È stato fatto tutto ad hoc: questa storia è stata tirata fuori proprio ora che sto giocando bene e che sono tornato in nazionale».
(Andrea Arzilli e Arianna Ravelli - Corriere della Sera)
Puntate sulla A: spuntano i pizzini tra i calciatori.
E ora spuntano le scommesse dei giocatori. L'inchiesta di Bari condotta dal procuratore Laudati e dal pm Angelillis che ruota su due tarocchi della squadra pugliese (contro Treviso e Salernitana) promette altri colpi di scena. Le rivelazioni di Andrea Masiello e Vittorio Micolucci (sentito come persona informata sui fatti) sono già state confermate da 4/5 ex compagni: una collaborazione decisiva che ha aggiunto particolari sulla combine di squadra decisa in una riunione plenaria in palestra e sui soldi divisi dopo la sconfitta per 3-2 contro la Salernitana. Ma il verbale (coperto da segreto istruttorio) più esplosivo potrebbe essere quello di Angelo Iacovelli. Sì, proprio il factotum dei giocatori al quale Andrea Ranocchia avrebbe dato la busta con i soldi del tarocco.
Iacovelli avrebbe allargato il giro, parlando di scommesse ripetute effettuate da molti giocatori del Bari. Ma quello che avrebbe fatto sobbalzare gli investigatori è un altro aspetto: tra i calciatori di A e B «malati di puntate» c'era una vero e proprio scambio d'informazioni. In pratica quelli del Bari comunicavano le loro intenzioni rispetto a qualche combine, ottenendo in cambio un «trattamento» analogo. Insomma, nel mirino ci sarebbero altre sfide alterate del massimo campionato e anche di B, mentre nuovi giocatori avrebbero quantomeno scommesso a colpo sicuro proprio grazie a questa sorta di agenzia clandestina. Un aspetto, se confermato, che darebbe all'inchiesta una dirompenza facile da intuire.
E ai margini degli interrogatori ci sarebbero persino confessioni quasi da film. Tipo quella fatta da un indagato che avrebbe parlato «di una scatola delle scarpe» utilizzata nello spogliatoio del Bari come un salvadanaio dove raccogliere i soldi per le scommesse. E di un rito propiziatorio: il bacio della scatola per «facilitare» la vincita una volta deciso su quali partite puntare. Un rito che dimostrerebbe come si considerasse normale effettuare scommesse. Intanto l'inchiesta si rinforza: ha cambiato strategia un giocatore indagato (sono più di 20) che nelle scorse settimane si era avvalso della facoltà di non rispondere. Adesso sta collaborando con gli inquirenti. Un segnale chiaro: il muro di omertà si sta sgretolando.
(Gazzetta dello Sport)