Calciomercato.com

  • Getty Images
    Scommesse Novara-Siena: Carobbio accusa Conte, in tre lo smentiscono

    Scommesse Novara-Siena: Carobbio accusa Conte, in tre lo smentiscono

    Stefano Carobbio accusa Antonio Conte e lo mette nero su bianco nella sua deposizione: "Sapeva che il risultato della partita fra Novara e Siena era stato combinato". Uno dei grandi pentiti dell'inchiesta su calcioscommesse tira pesantemente in ballo il tecnico neocampione d'Italia, in riferimento alla partita della stagione 2010-2011, quando Conte guidava il Siena.

    E' doveroso sottolineare che si tratta della parola di Carobbio e che alle sue pesantissime accuse la giustizia sportiva dovrà trovare eventuali riscontri, anche perchè, sinora, Conte non è mai stato interrogato da Palazzi e dai suoi collaboratori della Procura Federale e risulta che tre compagni di Carobbio abbiamo smentito la versione di quest'ultimo. 

    Gli ultimi verbali dell'inchiesta sono un'autentica bomba da maneggiare con cura. Il 31 maggio, a Roma, si aprirà il processo sportivo per 61 tesserati e 22 società. Ecco ciò che ha testualmente dichiarato Carobbio:

    «In Novara-Siena del 3/4/2011 ci fu un accordo per far finire la gara in parità, in effetti ne parlammo anche durante la riunione tecnica e quindi eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarsi di conseguenza durante la gara; lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l'accordo con il Novara per il pareggio».

     Carobbio lascia intendere che Conte avesse informazioni dirette. Poi prosegue: «Non sono certo di chi per primo si accordò, comunque Drascek venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con Vitiello. Credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l'accordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica con l'allenatore». Poi Carobbio, a domanda della Procura, spiega nel dettaglio: «Alla riunione tecnica partecipavano l'allenatore, il vice allenatore, il preparatore dei portieri e il collaboratore tecnico».

    Non è finita qui. Carobbio coinvolge tutta la dirigenza del Siena - e di conseguenza anche i vertici societari - pure per la seconda partita, con l'AlbinoLeffe a Bergamo (finita 1-0). «Al termine della gara Siena-AlbinoLeffe dell'8/1/2011, l'allenatore in seconda Stellini chiese a me e Terzi di contattare qualcuno dell'AlbinoLeffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con Garlini, un senatore dell'AlbinoLeffe e Terzi ne parlò con Bombardini: entrambi mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata del giorno prima della gara del 29/5/2011 ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo dove vennero Luigi Sala, Dario Passoni e Mirko Poloni, quest'ultimo collaboratore tecnico dell'AlbinoLeffe, che si incontrarono con me, Nando Coppola e un altro. Ci accordammo di concedere i punti all'AlbinoLeffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente al playout, ma chiedemmo di limitare la vittoria a un solo gol di scarto (...). Preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell'accordo raggiunto con l'AlbinoLeffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio ''primo posto'' (qualora l'Atalanta non avesse vinto), poi alla fine fummo tutti d'accordo, squadra e allenatore, di lasciare il risultato all'AlbinoLeffe». Sembrerebbe già tutto chiaro, ma Carobbio lo specifica ulteriormente: «È evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente. Ricordo, peraltro, nel caso, di averne anche parlato con Daniele Fagiano, che è un dirigente, braccio destro di Perinetti».

     «Com'è noto agli addetti ai lavori, nel mondo del calcio la maggior parte delle ultime gare di campionato sono combinate e non solo dai calciatori, ma anche dalle società». Si tratta di «una prassi consolidata». Per questo Carobbio si sente «parte di un meccanismo molto più grande di me». 

     

     

     
     

    Altre Notizie