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Kasper Schmeichel, nel nome del padre

BIG IN LEICESTER - E pensare che il calcio, per Schmeichel, poteva essere un semplice hobby. Da piccolo, in porta, ci sapeva fare, ma su un altro campo, quello di pallamano, uno sport molto popolare nel nord Europa. Il trasferimento di papà Peter al Manchester City l'ha convinto a cedere al suo primo grande amore e a intraprendere la carriera da calciatore. Che fino alla scorsa estate ha vissuto più ombre che luci, per colpa di un paragone ingombrante e di prestazioni non sempre all'altezza. In 11 anni da professionista il nazionale danese ha difeso i pali di Manchester City, Darlington, Bury, Falkirk, Cardiff City, Conventry City, Notts County, Leeds United e Leicester City, ma solo nella città bagnata dal fiume Soar ha trovato la sua dimensione.

NELLA STORIA - Schmeichel nel 2013-2014 è stato protagonista della promozione del Leicester dalla Championship alla Premier League, quest'anno con 15 clean sheet (porta inviolata) e parate super, l'ultima ieri all'Old Trafford, lo stadio di papà, contro il Manchester United, ha aiutato in maniera indelebile, al pari di Vardy, Kanté e Mahrez, la banda di Ranieri a conquistare un titolo memorabile. Da oggi Kasper non è solo il "figlio di Peter". E' un altro Schmeichel, che contro ogni pronostico, ha scritto la storia del calcio.
Words can not describe the love I have for my teammates. I dreamt of this since i was a boy and i will be forever grateful to you all
— Kasper schmeichel (@kschmeichel1) 2 maggio 2016