Schelotto conquista i ragazzi di Boltiere: "Inter, tutti con Strama"
Ci volevano l'entusiasmo e la passione di centinaia di scatenati ragazzi dell'oratorio di Boltiere, paese del Bergamasco a un pugno di chilometri da Zingonia, quartier generale dell'Atalanta, per restituire il sorriso a Ezequiel Schelotto, 23 anni, attaccante dell'Inter.
Nonostante il momento delicato dei nerazzurri, che si sono appena lasciati alle spalle i due consecutivi ko con il Tottenham e il Bologna, l'interista ha mantenuto fede all'impegno preso da tempo con Padre Eugenio e Don Luca, i sacerdoti che animano la vita della comunità di Boltiere con una serie di iniziative e di incontri sulla fede, lo sport, il fair play, l'educazione al rispetto degli altri, la lealtà.
All'incontro, moderato da Xavier Jacobelli, direttore editoriale di calciomercato.com, sono intervenuti anche Roberto Cottini, architetto, presidente del Sanga Basket Milano, società di pallacanestro femminile particolarmente impegnata nel sociale e il sindaco di Boltiere, Osvaldo Palazzini.
Sorridente, disponibile, sempre pronto a firmare autografi e a fare pure quattro palleggi con i suoi giovanissimi fan, armati di smartphone per immortalarlo, Schelotto ha raccontato ai ragazzi la sua vita. E ha illustrato loro quali siano i valori ai quali ispira la propria esistenza. "La mia famiglia viene prima di ogni altra cosa perchè, senza la mia famiglia, non avrei mai coronato il mio sogno: diventare un calciatore professionista".
Credente e praticante, Schelotto ha esaltato il valore della passione, della lealtà, della correttezza e ha esortato i ragazzi a credere in ciò che fanno e a coniugare la pratica sportiva con lo studio.
"Cesena, Catania, Atalanta e ora l'Inter sono le tappe della mia avventura italiana. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine, da quando ho messo piede nel vostro Paese che, credetemi, nonostante la crisi economica è e rimane un Paese meraviglioso. E ringrazio moltissimo l'Atalanta, i suoi tifosi, la gente di Bergamo per l'affetto e il sostegno che mi hanno dato".
Poi, il fuoco di fila delle domande. I ragazzi di Boltiere le hanno rivolte a Schelotto senza nessun timore reverenziale. "Zanetti? E' il mio modello. E' talmente forte che giocherà ancora per molti anni. L'Inter? Sin dal 31 gennaio, il giorni in cui ho messo piede per la prima volta alla Pinetina, sono stato accolto come se facessi parte del gruppo da sempre. Il gol nel derby? Resterà indimenticabile per tutta la mia vita. Quella sera ho pianto di gioia e anche di rabbia perchè, nelle settimane precedenti, erano state dette e scritte cose totalmente false sulla mia vita privata. Ma la felicità di segnare una rete così importante per l'Inter e per i tifosi, davanti a tutta la mia famiglia, per la prima volta presente al completo in tribuna, mi ha ripagato di tutto".
E ancora: "I fischi di San Siro dopola sconfitta con il Bologna? Chi paga il biglietto ha il diritto di fischiare, però ai tifosi nerazzurri chiedo di rimanere vicini alla squadra in un momento delicato. Abbiamo giocato male e abbiamo perso, ma ci sono ancora 10 partite e 30 punti a disposizione: rialzeremo la testa, ne sono sicuro. Stramaccioni? Io e i miei compagni siamo tutti con lui, convinti come siamo che l'Inter supererà le difficoltà di questo momento. Io posso solo dire che darò tutto. Sono uno abituato ad uscire dal campo con la maglia impregnata di sudore. E per la maglia dell'Inter darò tutto".
Nella foto: da sinistra Padre Eugenio, Ezequiel Schelotto, Don Luca e Xavier Jacobelli