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    Scandalo sessuale, Walker chiede scusa: 'Ho fatto scelte orribili, è stata una morte lenta. Quasi al Bayern per scappare'

    Scandalo sessuale, Walker chiede scusa: 'Ho fatto scelte orribili, è stata una morte lenta. Quasi al Bayern per scappare'

    • Redazione CM
    Lo scandalo sessuale lo ha travolto come un torrente in piena e ora Kyle Walker ha voluto pubblicamente chiedere scusa per quello che ha fatto passare non a una, bensì a due famiglie, la sua e quella creata con la sua amante. Intervistato dal The Sun in Inghilterra il difensore del Manchester City ha vuotato il sacco raccontando a cuore aperto l'inferno che ha vissuto e che ha fatto vivere sia ad Annie Kilner, sua moglie, sia a Lauryn Goodman, la sua amante. Un racconto senza peli sulla lingua in cui chiede scusa e si pente di quanto fatto.

    SCELTE ORRIBILI E STUPIDE - "Quello che ho fatto è orribile e me ne assumo la piena responsabilità. Ho preso decisioni stupide e sciocche. Non riesco a pensare o immaginare quello che Annie sta passando. Ho provato a chiederglielo ma c'è dolore... L'uomo che dovrebbe amarla, prendersi cura di lei ed essere lì per lei... Le ha fatto questo... Le mie azioni hanno causato molto dolore a molte persone. Mi dispiace perché, come famiglia, questo non dovrebbe accadere".

    GIORNI VUOTI - "Ci sono stati giorni in questo calvario in cui volevo solo rannicchiarmi e andare a dormire. L'unico da incolpare sono io. Ho ruoli e responsabilità di cui sono consapevole e ho preso decisioni stupide. Ma devo ammettere i miei errori; Lo devo a tutti".

    MORTE LENTA - " "È stata una morte lenta per me e Annie. Ho bisogno di scoprire perché l'ho fatto e perché si sono verificate delle situazioni. Sono umano e ho commesso errori dentro e fuori dal campo".

    QUASI AL BAYERN PER SCAPPARE - "L'accordo trovato col Bayern Monaco? Ho cercato di scappare. Volevo lasciare il City? No, naturalmente. Siamo la migliore squadra del mondo in questo momento. Ma è stata un'opportunità per allontanarsi dall'Inghilterra e dall'attenzione dei media. Guardiola non sapeva cosa stesse succedendo. Non volevo dirglielo perché non volevo che pensasse di non essere mentalmente lì. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per la comprensione e la fiducia che ha dimostrato in me in quattro anni".

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