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Scandalo a Benevento: le interviste ai giocatori sono a pagamento!
Se davvero non esiste limite al peggio, la storia che arriva da Benevento e da ciò che ha fatto da contorno alla partita di ieri contro il Brescia ne è la più palese dimostrazione. Non si era ancora spenta la polemica sull'asse Juventus-Gazzetta dello Sport, con la decisione del club bianconero di vietare l'accesso ad alcuni giornalisti non graditi in occasione del match col Pescara (quelli del discusso virgolettato di Buffon sugli avversari che in Serie A si scanserebbero), che dalla Serie B arriva una storia altrettanto incredibile e vergognosa.
Un collega de Il Giornale di Brescia accusa il club campano di aver chiesto delle somme di denaro per concedere le interviste di propri tesserati nelle ore antecedenti alla partita disputata ieri. Nello specifico, il tariffario sarebbe stato di 150 euro più Iva per un giocatore, di 350 più iva per tre. Un fatto che ha portato al nuovo duro attacco dell'Ussi (Unione Stampa Sportiva italiana) dopo quello riservato alla Juventus e che riporta d'attualità in maniera perentoria il problema della libertà di stampa nel nostro Paese e di poter esercitare senza condizionamenti la nostra professione. Comportamenti come questi non andrebbero più tollerati nel 2016, in un'epoca in cui la comunicazione è diventata globale grazie ai social e che qualcuno vorrebbe ancora manipolare a proprio uso e consumo.
Un collega de Il Giornale di Brescia accusa il club campano di aver chiesto delle somme di denaro per concedere le interviste di propri tesserati nelle ore antecedenti alla partita disputata ieri. Nello specifico, il tariffario sarebbe stato di 150 euro più Iva per un giocatore, di 350 più iva per tre. Un fatto che ha portato al nuovo duro attacco dell'Ussi (Unione Stampa Sportiva italiana) dopo quello riservato alla Juventus e che riporta d'attualità in maniera perentoria il problema della libertà di stampa nel nostro Paese e di poter esercitare senza condizionamenti la nostra professione. Comportamenti come questi non andrebbero più tollerati nel 2016, in un'epoca in cui la comunicazione è diventata globale grazie ai social e che qualcuno vorrebbe ancora manipolare a proprio uso e consumo.