Scambio Palombo-Kozak:| Lazio, Cisse sfiduciato
È stata una notte di passione: un gol a testa contro Ibrahimovic. Ma l’amore non è mai nato. La coppia non è mai nata. Klose e Cisse sono oggi il polo positivo e quello negativo della Lazio. Eppure non si attraggono. Miro non fa che ripetere: «A Roma sto alla grande, la Lazio era proprio quello che cercavo». Djibril non può dire la stessa cosa. Ieri è tornato nella sua Frodsham, 30 km da Liverpool, e il futuro alla Lazio è un punto interrogativo grande così. A settembre stregò San Siro con una rete gioiello. Dopo la partita con il Chievo, tre giorni fa, ha salutato Edy Reja confessando: «Così non va, sono giù. Voglio tornare me stesso». Il tecnico lo ha aspettato a lungo. Gli ha dato fiducia, ma raramente ha avuto le risposte che voleva. E ora il discorso cessione è qualcosa di più di una semplice possibilità. Solo che, volenterosa colletta dell’Auxerre a parte, non è neppure facile piazzare a gennaio un calciatore che guadagna due milioni di euro netti. La società intanto ripassa il pallino al francese: «Resta finché non sarà lui a chiederci di essere ceduto - dice il d.s. Igli Tare -. I casi Pandev e Ledesma ci hanno insegnato a non trattenere più chi vuole andarsene».
Nessun segreto - Di là c’è invece Klose il generoso, che una volta disse di essere incuriosito dalla figura di San Francesco d’Assisi. Di miracoli ne ha fatto qualcuno, in effetti. Ha fallito (quasi) solo con Cisse: «I nove gol in 14 partite? La verità è che mi alleno alla grande, mi sento bene di testa e con il tecnico c’è feeling. Alla fine, faccio solo quello per cui mi pagano», dice Miro. «Non ho segreti – ancora lui -. Ho dentro di me ancora tanta voglia di imparare, di provare a essere il migliore. Certo, l’Europeo 2012 è uno stimolo. Ma in generale, se iniziassi a farmi i complimenti da solo, sarebbe meglio smettere». E invece dopo l’Europeo Klose ha nel mirino anche il Mondiale 2014. E infatti con la Lazio ha firmato fino per tre anni: «Ma che cosa accadrà in futuro non lo so, neppure voglio saperlo - spiega Klose -. So che i tifosi mi amano, non potevo chiedere di più alla Lazio. Mi chiamano Kaiser? Beh, quello spetta a Beckenbauer... Di soprannomi me ne hanno dati tanti: marziano, Klosinho, uragano. Avanti così: vuol dire che lavoro bene».
Palombo - Non è un caso che siano coincise la peggior prestazione di Klose e quella dell’intera Lazio. Non è un caso neppure che Brocchi chieda a Lotito di acquistare altri calciatori del livello di Miro, «così la Lazio lotterà per lo scudetto». Pippo Inzaghi è un’idea affascinante. Ma la priorità è un centrocampista: lo scambio Palombo-Kozak con la Samp è una possibilità, se l’affondo della Juventus non dovesse andare a buon fine. Reja, ieri sera premiato a Nova Gorica, osserva interessato.