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Sassuolomania: una vittoria allarmante
Mentre dubito, il Pescara comincia alla grande, sfruttando al meglio il sistema ad albero di natale (4-3-2-1). Benali, Verre e Caprari, supportati da una manovra rapida, quasi sempre di prima, arrivano con una facilità disarmante nell'area di rigore neroverde. Il Sassuolo è in bambola, la sensazione è che il Delfino vada il doppio. Non è che ne buschiamo due come il Napoli? Poi chi li riacciuffa questi? Già soffriamo un modulo siffatto -coi due trequartisti che disorientano il mediano, costringono le nostre mezzali ad abbassarsi e a lasciare il pallino ai tre di centrocampo avversari-, se poi siamo anche poco lucidi, mi dico, ci sarà senz'altro da soffrire. Infatti nella prima mezz'ora non usciamo dalla nostra metà campo.
Vi riporto qualche numero per darvi l'idea: a fine gara il possesso palla del Pescara sarà stato del 61%, leggiamo inoltre 11 tiri totali contro gli 8 del Sassuolo (e di quegli 11, 4 da dentro l'area!), 6 occasioni da gol contro 3, 7 corner contro 2, 4 lanci lunghi contro i 17 neroverdi (evidente segnale di affanno) e infine solo 35 palle perse in confronto alle 47 di Magnanelli e compagni. Ad ogni voce il Pescara risulta più performante, è chiaro, e lo era anche ad occhio nudo.
Andiamo allora ad analizzare meglio il possesso, suddividendo la partita in quarti d'ora: nel primo quarto di gioco (0'-15') i biancazzurri hanno tenuto il pallone per 5'24 rispetto ai 3'45 del Sassuolo, nel secondo (16'-30'), che è stato infatti il momento più difficile per i neroverdi, hanno toccato addirittura i 7'30 contro i 3'14 degli emiliani, mentre prima dell'intervallo (31'-45'), probabilmente in seguito alla mazzata del gol subito al 38', il Pescara è andato sotto anche nel palleggio, registrando 4'09 di possesso confronto ai 4'19 del Sassuolo. Nella ripresa, l'inizio è stato circa lo stesso del primo tempo, anche se meno scoppiettante (3'48 Sassuolo, 5'33 Pescara), la fase centrale, invece, quella del gol di Berardi avvenuto al 67', ha visto il Sassuolo toccare il minimo (2'34), il Delfino assestarsi su un 4'08, per poi provare il tutto per tutto di nuovo nel finale, nell'ultimo quarto d'ora di gara (7'00 contro 3'28). Questi dati non fanno altro che confermare l'evidenza, quanto difficile sia stato battere il Pescara.
Parleremmo di furto, però, soltanto se volessimo sminuire la prova di sofferenza e carattere dei ragazzi di Di Francesco. Salvati più volte da Consigli, risollevati da un sempre più pungente Defrel (terzo centro stagionale, primo in campionato), e da un ormai indescrivibile Berardi (secondo gol in campionato, settimo stagionale), i neroverdi hanno stretto i denti fino alla fine, forse messi un po' in difficoltà dalle scelte del mister.
Sì, stavolta è stato proprio un rischio perseverare con quei tre di centrocampo, e lo dimostrano il numero di palle perse da ognuno: Biondini 9, Duncan 8, Magnanelli 5. Poca lucidità, in sostanza, che si poteva forse evitare inserendo almeno uno tra Sensi e Mazzitelli fin dal primo minuto. Ebbene, Di Francesco non solo non li ha fatti partire, ma non li ha nemmeno messi in campo a partita in corso, visti i crampi di Defrel, la serata no di Politano e la botta presa da Berardi. Fortuna che Duncan è stato un diesel, e che gli altri due, pur arrancando e sbagliando, hanno sputato l'anima.
Ma nonostante la vittoria, qualcosa di meglio si poteva fare. Si dovrà fare, anche perché da qui a poco, quando partirà la fase a gironi di Europa League (15 settembre, contro l'Atletico Bilbao) il Sassuolo sarà costretto a giocare praticamente sempre. Allora un turnover di qualità -cosa che, lo abbiamo visto a Palermo, possiamo permetterci- sarà dunque necessario. Perché così, questa vittoria non ci illuda, non va.