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Sassuolomania: una punizione all'incrocio
Strumento della dea è stato il giovane Cassata che, calciando una punizione tanto ordinaria quanto disperata da quasi metà campo, ha trafitto il portiere Sorrentino, tradito dalla traiettoria, dai saltatori e dal rimbalzo.
Una punizione all'incrocio, imprendibile (abbelliamola un po'..). Ma al di là del gran finale prodigioso, c'è realmente tutta un'epica dietro a questo risultato importante. La squadra di Iachini ha giocato infatti in dieci per 60', a causa del rosso diretto alzato su Adjapong da Tagliavento nella prima frazione. Dopo l'espulsione, il coraggio, la forza d'animo dei neroverdi: Dell'Orco, inizialmente schierato come centrale laterale sinistro, si è alzato in fascia al posto del compagno uscito di scena. Iachini (sempre più ispirato nelle scelte) non ha tolto le due punte, ha continuato con uno strano (sensato in realtà) e dispendiosissimo 4-3-2. Acerbi e Goldaniga ancora una volta pazzeschi, statuari, complementari. Magnanelli, Missiroli e Cassata che correvano per dieci a centrocampo, e Berardi e Babacar a insidiare di continuo la difesa avversaria.
Uno spettacolo di coesione e calcio proattivo. Tant'è vero che fino al gol del Chievo (72') e oltre, ma a tratti anche dopo la seconda espulsione (Magnanelli nel finale per doppia ammonizione), il Sassuolo non sembrava in inferiorità. Continuavano a giocare come fanno le grandi squadre contro le piccole, indifferentemente. Certo, quel gol subìto si poteva evitare: Lirola, nonostante la crescita, mostra ancora tanti limiti nel ruolo di terzino puro. Il modo in cui si è fatto scavalcare dal pallone dopo il rimbalzo, è insieme ridicolo e imbarazzante. E Giaccherini giustamente ne ha approfittato. Ma chi di rimbalzo ferisce, di rimbalzo perisce.