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Sassuolomania: una disfatta per troppa voglia di… Castillejo!
Il poker in rimonta che il Frosinone ha rifilato al Sassuolo non è solo il risultato di una bella lezioncina morale impartita da ‘papà’ Difra. Questa è la prima cosa che passa per il cervello quando si ripensa alla partita, ma sarebbe un errore fermarsi lì. Soprattutto dopo l’amichevole Sassuolo-FeralpiSalò di sabato scorso, terminata 0-2, e accompagnata nel post-partita da certe dichiarazioni non trascurabili di Dionisi (“se giochiamo così, quattro punte non possiamo permettercele”), è lecito oltreché naturale puntare il dito.
In primis ahimè proprio contro Dionisi, e in particolare per questa incomprensibile gestione del secondo tempo allo Stirpe, che ha creato i presupposti per la disfatta. Credetemi, per una volta non esagero. Non è un caso infatti che la doppietta di Mazzitelli (ripeto, Mazzitelli…) sia arrivata proprio appena dopo il cambio Boloca-Castillejo. Sostituzione al 66’, gol presi al 70’ e al 76’. Un doppio schiaffo che ha cambiato la partita senza che il Sassuolo potesse ripristinare (dopo la mossa shock del tecnico) il già precario equilibrio. Non è che Boloca sia diventato a un tratto così fondamentale da essere insostituibile. Non è questo. È il cambio in quella sequenza di cambi che diventa un cambio pessimo. Perciò non si tratta nemmeno di una bocciatura a Castillejo, figuriamoci. È che se credi ancora, dopo tutto questo tempo trascorso insieme, che Thorstvedt possa addirittura giocare in coppia con Henrique in mezzo al campo, e tutto questo dopo le considerazioni post Sassuolo-FeralpiSalò, be’ allora te la vai proprio a cercare. Se l’equilibrio è già sottile coi titolari, a maggior ragione lo sarà con il norvegese schierato in un ruolo così nevralgico, e un Castillejo che monta su per fare quello forte arrivato dalle big, in un attacco già zeppo di Ceide e compagnia. Il tutto con in panchina il colosso Racic, che sembra uno un po’ più adatto del norvegese per arginare prevedibili forcing avversari o proprie emorragie di gioco.
Come se Dionisi fosse del tutto ignaro della pericolosità del 2 a 1 provvisorio contro questo Frosinone (per giunta in casa), che contrariamente al Sassuolo si era già distinto per affiatamento e coesione nelle partite precedenti. Era troppa la voglia di buttare nella mischia lo spagnolo, e questo eccesso è andato a cozzare con le necessità della realtà. Questa mossa smodata ha tagliato il filo logico che deve correre tra un cambio e l’altro, producendo un effetto di sparpagliamento delle risorse che potremmo tradurre più semplicemente con una parola: confusione.