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Sassuolomania: un' incantevole bestia nera
Il primo avverbio vale soprattutto per i 45 minuti iniziali, quando la banda di De Zerbi ha proprio 'palleggiato in faccia' -direbbe Sarri- a un Inter spettrale, inconsistente. I padroni di casa hanno il merito di aver fatto saltare con costanza e intelligenza il pressing nerazzurro. Fondamentali le microtrame, i passaggi e gli smarcamenti sul corto, specialmente in costruzione. La partita, per la cronaca, è stata risolta da Berardi su rigore, al 26', ma questo è solo un dettaglio superfluo. Conta l'atteggiamento della squadra, la paziente ricerca del compagno smarcato, gli attacchi alla profondità. E poi contano i Boateng e i Di Francesco, il Berardi rinato, un Duncan e un Magnanelli giganti, infine le sorprese Magnani e Bourabia.
Eccoci, veniamo subito al neroverde più sorprendente di stasera, il centrocampista marocchino. Arrivato a luci spente, sconosciuto ai più, ha giocato con una leggerezza straordinaria, quasi sul velluto. Tra l'altro per poco non segnava, al 4', imbeccato dal Boa in un'azione fotocopia al gol di Duncan contro la Ternana. Azione, come dicevamo, evidentemente pensata per le due mezzali e il falso nueve. Bourabia gioca con una semplicità pazzesca, fa sempre la cosa giusta. In una parola, ha elevato il tasso tecnico di un centrocampo già abituato ad imporsi (se si eccettua la stagione scorsa). L'impressione generale, comunque, è che abbia funzionato tutto, al di là del singolo. Persino un giovane come Magnani, in un ruolo così delicato (centrale) e al debutto in Serie A, ha dominato.
Gli altri due avverbi utilizzati sopra, all'inizio del pezzo ("fisicamente, mentalmente"), meglio descrivono la ripresa, che è stata un po' più disordinata dal punto di vista della gestione del pallone. Normale. E' allora che è venuto fuori il cuore, la voglia di far fatica. De Zerbi nella conferenza postpartita ha sottolineato infatti un limite: "Non sappiamo ancora andare a due velocità". Vede margini nel possesso di là dalla propria metà campo, nel cambio di ritmo da imprimere alla manovra, quando c'è da palleggiare per gestire. Per il momento prevale forse un po' troppa frenesia nell'ultimo terzo di campo, e la cosa contraddice una costruzione dal basso tanto ragionata. Perfezionista. Nel complesso, in verità, si è visto un Sassuolo spumeggiante, coraggioso e gagliardo. Un Sassuolo che ha umiliato la corazzata di Spalletti. Un Sassuolo bestia nera, un 'incantevole bestia nera.