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Sassuolomania: un controbalzo da realtà aumentata
Il Cesena, in data 10/09/2011, giornata che la vide sconfitta dal Napoli per 1-3, è stata la prima squadra ad esibire questa tecnologia nel campionato di Serie A. Le ragioni del primato sono un po' fortuite, a dire il vero, perciò non ci occuperemo affatto di rispolverarle. Mi accorgo di aver usato inavvertitamente qualche termine domestico, come se questa gigantesca moquette verde avesse il potere di mettere ognuno a proprio agio, giocatori e spettatori: fate come a casa vostra, prego.
In realtà, tutte le volte che una squadra arriva qui a Cesena sentiamo ripetere le stesse raccomandazioni da allenatori e giocatori ospiti. Occhio al sintetico, occhio al rimbalzo, loro sono abituati, noi no; è sempre difficile giocare contro il Cesena, e altre frasi del genere. Il comfort è trappola, apparenza più che promessa di giocabilità, per non dire di ospitalità. Forse si potrebbe parlare di un timore preciso, quello di venire addomesticati, della domesticazione da sintetico. Se permettete la battuta, a maggior ragione si preoccuperà chi ha appena rimproverato un suo giocatore di essersi seduto (parlo di Di Francesco nei confronti di Zaza).
D'altra parte ci sono due considerazioni da fare: la prima è che il Cesena torna in B, avendo perso tanto in casa quanto fuori casa, la seconda è che proprio questo manto illusorio, questo artificio mirabile riattiva l'attenzione di tutti i giocatori, incuriosendoli se va male, esaltandoli se va bene. Poi ci sono i nostalgici, d'accordo, gli stessi che la menano con l'odore della carta dei libri e dei giornali, ma stop, lasciamoli, torniamo a Zaza e Di Francesco e ai bei gol che un bel sintetico consente.
Zaza infatti s'è svegliato proprio al Manuzzi (era dal 3-1 con l'Inter che non segnava!), sguisciando via ai suoi marcatori di tacco, attratto dalla rete come un pesce. Davanti al portiere è riuscito a piazzarla facilmente, recuperando col destro il rimbalzo secco del pallone a pochi passi dalla linea di porta. Non saprei se in questo caso la tipologia del terreno abbia aiutato il centravanti a mantenere il pallone a portata di tiro, probabile, certamente questo apporto, questo contributo tecnologico s'è visto nel terzo gol, quello che, per ironia della sorte e paradosso, ha condannato il Cesena in Serie B.
Il gol di Missiroli è stato annoverato, e a ragione, tra i gol più belli della 35° giornata. Anticipo su palla lenta e orizzontale a centrocampo, due tre tocchi in discesa libera e poi gran tiro dritto per dritto, di collo, dal limite dell'area. Ferma. Bisogna aggiungere "di controbalzo" e poi "sbilanciato all'indietro in maniera alquanto singolare". Ho sotto gli occhi i fotogrammi dell'impatto col pallone, ripresi da una telecamera laterale. La gamba sinistra di appoggio è talmente lontana dalla palla, al momento dell'impatto, che nello slancio della destra il ginocchio mancino piega verso terra, quasi per toccarla, come si trattasse di un affondo a corpo libero. La punta del piede destro, per compenso, nell'accompagnamento del tiro, non sale più di tanto, rimane trattenuta e sospesa a poco più di un palmo da terra. Il tronco e il busto prolungano, fino alla testa inclinata appena in avanti, la diagonale che parte dal basso, dal piede destro slanciato verso la porta. Quel ginocchio piegato di cui sopra, ora forma un arco con la schiena sbilanciata all'indietro. Strana posizione per calciare, di solito s'insegna il contrario. Ma questo è un controbalzo, signori, che chiude una conduzione balzellante. Aveva appena intercettato un pallone a mezza altezza, non un passaggio rasoterra, perciò si trattava di ridurre i rimbalzi a una conduzione semplice, lineare. Cosa riuscita in parte, poiché la superficie del terreno non l'ha permesso. Allora Missiroli che fa? L'ultimo tocco prima del tiro sembra calibrato apposta per assecondare e/o provocare un ultimo rimbalzo speciale: se l'è voluta alzare un pochino, sfruttando la risposta del campo, per poi impattarla in modo tale da imprimervi più forza e precisione (a questo serve il controbalzo). Il tiro che ne esce è da realtà aumentata.
Alla città di Cesena, retrocessa, non ci resta che dedicare quella famosa terzina dantesca che la celebra (Inf. XXVII 52-54), ritoccata qua e là per gioco e a mo' di augurio:
E quella cui Limonta l'erba falsa,
così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte,
tra Serie A si vive e la rivalsa.