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Sassuolomania: solerzia, prudenza, sagacia e tempestività
Infatti bisogna sempre considerare il mandato particolare che l'allenatore ha trasmesso nel corso della settimana a ogni singolo giocatore, in preparazione di ogni singola partita. Fatto ciò, sarà sempre bene commisurare la prestazione offerta in quel determinato contesto (ad esempio un derby contro l'ultima in classifica) con quanto è stato richiesto. Cosa abbiamo visto ieri in campo e cosa aveva chiesto in settimana Di Francesco? Pazienza.
Aveva chiesto a i suoi ragazzi di essere pazienti. Di non forzare le giocate, di non essere frettolosi, insomma di gestire. Devono aver fatto un corso monografico sul possesso palla, al Ricci o a Cà Marta. Lo sapevano anche gli ultimi arrivati che il Carpi si sarebbe chiuso nelle certezze del suo 4-4-2, con l'intento di resistere, resistere, resistere. Ma resistere, in molti casi, -così titola un bel libro di Walter Siti- non serve a niente.
La differenza tecnica tra le due squadre era ed è sotto gli occhi di tutti. Ancor di più, il gap di consapevolezza nei propri mezzi, che si traduce in autorevolezza, è stato evidente. Il Sassuolo ha fatto l'Inter. Da Sassuolo, naturalmente. Il che significa solidità, compattezza rocciosa, e possesso palla sfiancante. Davvero una bella prova. Non era una partita da esaltarsi, c'erano da fare tre punti, punto e basta.
E' per questo che mi sono molto sorpreso quando ho visto in campo il giovane Pellegrini. Non era il suo esordio assoluto in massima serie (forse qualcuno di voi si ricorderà la partita della Roma contro il Cesena, lo scorso anno..), bensì il suo esordio relativo, con la maglia neroverde. Dopo una parentesi un po' così col Villarreal, nel pre-stagione, non s'era più visto. Schierato da mezz'ala destra, il numero 6 ha retto l'urto dei "grandi", concedendosi qua e là qualche piccola forzatura. Da sottolineare, del resto, la bella apertura per Vrsaljko al 37', che ha ingenerato una delle più belle azioni della prima frazione. Complimenti a Pellegrini, allora, per questo non facile esordio. Ma complimenti ancora di più, se ce ne fosse ancora bisogno, ad Eusebio Di Francesco, "l'ultimo zemaniamo d'Italia", per dirla con Sconcerti.
Nella pagella di domenica, il voto più alto l'ho dato a lui. Per il coraggio che ha avuto (in panchina c'erano Biondini e Duncan), per la fiducia nel gruppo che ha manifestato, e per la strategia con cui ha affrontato la partita. Quando una squadra è più forte dell'altra nel palleggio, non bisogna avere fretta. Il pallone va fatto girare tenendo a mente queste 4 virtù cardinali: la solerzia e la prudenza, la sagacia e la tempestività. Le prime due sono qualità miste, servono indirettamente per attaccare ma soprattutto per non subire gol; le altre due, prettamente offensive, servono invece per cogliere l'attimo, ma anche lo spazio funzionale all'attacco, ovvero per affondare senza pietà. Virtù cardinali, per modo di dire.. In quest'ottica ("avevo chiesto in settimana un passaggio in più per non forzare le giocate", cit. Di Francesco), gli alleggerimenti di Ariaudo, domenica, quei retro-passaggi al portiere tanto biasimati da quell'incontinente opinionista, erano solerti, prudenti, sagaci e tempestivi. Sassuolo 1, Carpi 0. Vinto il derby, quinti in classifica a 22 punti, sette in più dell'anno scorso. Merito anche di Ariaudo.