Sei la tipica bandiera ripiegata nel cassetto, oltre ad essere un nuovo, ottimo centrale, reinventatosi in Emilia. Ti chiami Paolo Cannavaro, lo impari dagli striscioni del San Paolo, celebrativi. Ti issano di nuovo, ti sono grati per esserci stato, e per essertene andato. Tu ti commuovi, in fondo, sei lusingato; funziona così. Al primo lancio, stendi il gambone un po' troppo, in salto, arretrando. Hai mancato la palla. Tornato a terra, un passo di corsa inerziale, due, e senti il morso al flessore, il muscolo ipersteso s'è contratto. Che beffa d'un rinculo, sei già fuori, la lacrima azzurra l' assorbe lo scudetto del Sassuolo, cucito sul petto. Chissà quali segrete interazioni fra pensieri e corpo, fra emozioni e nervi, o fra retorica partenopea e guaglioni! Meglio non pensarci, meglio passare ad altri infortunati. Non voglio dire di Terranova, stagione finita, o di Vrsaljko fermatosi al Marassi, un vero guaio, ma d' Antei, l'ultimo dei prevedibili. Eppure perché non potrebbe farsi male pure lui, a questo punto, lui che col vecchio Bianco garantisce la copertura di due ruoli fondamentali, i centrali difensivi. Antei, tuttavia, vista l'emergenza dietro, stava sostituendo Vrsaljko, sulla destra, poiché Longhi e Peluso, anch'essi indisponibili, sedevano a guardare. Nemmeno un quarto d'ora di gioco, che il ragazzo all'undicesimo è già lì che si accascia a bordo campo, si tocca il ginocchio. Rientra, ci prova, batte una rimessa con le mani (fatale come poche), ed è subito a terra, svelto a richiamare l'attenzione della panchina, mulinando gli indici l' uno dentro l'altro sopra la testa; cambio, grazie, Antei non ce la fa. A questo punto, non stupitevi di vedere Biondini, in veste di terzino, subentrare diligentemente. Ne faremmo volentieri a meno, lo so, noi come lui. Ciononostante, sia il rosso che il Bianco (sostituito Cannavaro), fino al gol di Zapata, avevano retto, ricchi di espedienti come sono. Poi un rimpallo di troppo, lo strapotere fisico di Duvan e i nodi, venuti al pettine di Hamsik, si sono fatti sentire. Eccome! Questi flagelli, capite bene, queste piogge di muscoli e ginocchi sull'erba, non saranno poi la fine del mondo, ma preoccupano un Mister. A maggior ragione se domenica arriva la Lazio, l'aquila più in forma che c'è in giro, sempre così cinica, così rostrata. Ah, dimenticavo, non giocherà nemmeno capitan Magnanelli, squalificato. Aspetta un altro po' e vedremo pure Squinzi a far numero, inquadrato tra i panchinari, panchinaro di lusso.