Per quanti allenatori, al giorno d'oggi, il 4-3-1-2 è uno schema di gioco ideale? Dopo il Milan di Ancelotti, fatico a trovare qualcosa di altrettanto rappresentativo. Spesso questo modulo diventa una soluzione transitoria, o vagamente funzionale se, e soltanto se, le condizioni lo permettono. Per Sarri, invece, le cose non stanno così, ed è certamente anche questo uno dei motivi per cui piace a Berlusconi. Il 4-3-1-2 dunque resiste, anzi, torna alla ribalta, perché qualcuno ci crede ancora. E in cosa crede, Sarri? Nell'importanza del trequartista in entrambe le fasi, supportato da un centrocampo folto, tecnico e ben presente. Quel Saponara che, soprattutto nel secondo tempo, ha spaccato in due il Sassuolo, riveste un ruolo fondamentale nel suo gioco. Analizzassimo uno ad uno i gol che abbiamo preso ad Empoli, capiremmo subito il perché. Il primo e il terzo sono emblematici, il secondo, un regalo così grosso che se avessero segnato direttamente da fallo laterale, cosa non ammessa e un tantino surreale, avremmo fatto certamente più bella figura. Invece, tre contro due, il resto della linea difensiva lontanissima, distrattissima, c'è toccato assistere ad uno scambio di consegna malriuscito tra Magnanelli e Missiroli (il giocatore da seguire era appunto Saponara), mezzo impedito da un timidissimo blocco dell'altro attaccante, marcato da Longhi. Il resto è matematica o tempismo georgiano (Mchedlidze appena entrato, segna dopo soli 5''). Davvero un'ingenuità grossolana, determinante, se si pensa che avevamo appena raggiunto il pareggio con un bel po' di fortuna (il nostro, è un autogol di Rugani). Di Francesco, a fine gara, commenterà ai microfoni: "siamo stati molto ingenui sul secondo e terzo gol". Io aggiungerei, anche sul primo. In particolare Magnanelli. Ci troviamo di fronte ad una banalissima scena tipica: rilancio di Consigli per evitare il pressing alto, colpo di testa della difesa avversaria, pallone a spiovere sulla nostra trequarti, in zona Magnanelli e Saponara. Il secondo è per sua fortura in vantaggio sul pallone, e si predispone a tagliar fuori col proprio corpo il regista sopraggiunto. Ci riesce, ed ora va a puntare la difesa. In quegli istanti, non ancora seminato, Magnanelli potrebbe ricorrere al fallo tattico, la sua ultima spiaggia. Probabilmente ci pensa, poi vede la difesa schierata, e sceglie. Se guardiamo il tabellino della partita vediamo tra gli ammoniti del Sassuolo Magnanelli, al 63'. Peccato che il primo gol sia avvenuto al 46'. In sostanza il capitano ha scelto la cosa sbagliata, in quell'occasione, salvo poi prendersi un cartellino qualunque, e comunque, più tardi, quando la squadra era ormai in svantaggio, spiacevolmente alla deriva. Del terzo gol, forse il più normale nel suo sviluppo, possiamo anche non trattare, limitandoci a rispondere contriti al saluto della ditta Sarri-Saponara. Mercato: partiamo dalle proposte più concrete. Il "milanista" Squinzi sembra pronto a soffiare il giovane talento dell'Atalanta, Daniele Baselli, proprio al "suo" Milan, avendo già messo sul piatto 5 milioni + bonus. Il club bergamasco, che aveva fissato la cifra a 6,5 + bonus, ora attende la reazione di Galliani. Secondo La Gazzetta dello sport, il Sassuolo guarderebbe con interesse anche l'attaccante del Lecce Andrea Capristo, classe '98, ribattezzato dai suoi estimatori "il Tevez del Lecce". Il club neroverde, per ora, sembra di poco più convinto della Roma, in un'asta che, tuttavia, difficilmente rimarrà a due. Altra notizia, l'intromissione del Napoli nell'affare Zaza-Juve. Al centravanti che sabato sera vedremo titolare in Nazionale, i partenopei offrirebbero un quadriennale da 1,7 milioni a stagione. La proposta, considerati gli attuali movimenti di mercato della Juve, cioè l'interesse per la coppia Vazquez-Dybala, e l'esplosione di Morata al fianco del fenomeno Tevez, potrebbe rivelarsi non così inverosimile o impraticabile. Chiudiamo con un ipotetico nome per la panchina del Sassuolo, poiché il destino di Di Francesco è tutto da stabilire nei prossimi mesi (noto ormai il pressing della Sampdoria, taciamo le attenzioni di Milan Roma e Fiorentina): si tratta di Beppe Iachini, l'attuale allenatore del Palermo.