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Sassuolomania: Ruan Trerossi
Le espulsioni di Ruan e Rogerio sono fatte di ingredienti diversi, le accomuna però un qualche grammo di stoltezza. Forse il Sig. arbitro poteva risparmiarsi almeno la seconda, a tre minuti dalla fine dell’intero campionato, con la squadra neroverde già in dieci e sotto 3 a 1. Ma anche no. In entrambi i casi, comunque, si è trattato di un déjà-vu.
Rimaniamo un momento su Rogerio. Non prendeva un rosso dal 2018 (l’unico fino a ieri), ovvero dalla sua seconda stagione in Emilia. E no, il già visto non ha a che fare con quel fallo su Callejon. Gli amanti delle coincidenze noteranno tuttavia il minuto, sempre l’ottantasettesimo. Ma non era stata questa l’associazione iniziale. In realtà avevo pensato subito al vaffa di Pinamonti (arrivato non a caso proprio contro la sua ex squadra, l’Empoli). Ebbene, Rogerio l’ha eletto a modello e riproposto, copincollato nel momento più insensato della stagione. Gli eroi son tutti giovani e belli? I giocatori del Sassuolo tutti giovani e polli.
E veniamo finalmente a Ruan, il collezionista di rossi, la dimostrazione vivente che la teoria dei cartellini di Inzaghi non è poi così balzana. È stato espulso per la terza volta. E fortuna che è finito l’anno, altrimenti chissà quante ne rimediava ancora. In ogni caso gli è bastato per ottenere la medaglia d’oro in questa speciale categoria, al suo primo anno da titolare vero. Primatista di ingenuità, campione indiscusso di barche abbandonate, finissimo interprete del fallo tattico, Ruan Trerossi non Tressoldi, d’ora in avanti lo chiamerò così.