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Sassuolomania: Raspa è tornato? Nel tridente è una forzatura, nel vecchio modulo…
A tal proposito vorrei approfondire due argomenti collegati. In primo luogo la scelta del tridente iniziale, con Defrel a sinistra, per l’appunto al posto di Raspa. Un panchina di riposo per il talentino neroverde. Si può interpretare così. Resta il fatto che il francese si è mosso molto bene in quella posizione, oserei dire persino meglio, più in armonia con i compagni, dimostrandosi più ‘adattabile’. Raspadori esterno anche nelle belle prestazioni con Milan e Napoli era un po’ la nota stonata, diciamocelo. Non sembrava nemmeno lui. Sicché ho trovato naturale questo avvicendamento, persino tardivo. Di sicuro è stato salutare per il giocatore. Raspa aveva bisogno di staccare un attimo, di sedersi e ricentrarsi. Ma soprattutto aveva bisogno di ritrovare i suoi spazi, la trequarti e il centro del fronte d’attacco. Non a caso quando è entrato, è entrato da sottopunta determinando il cambio di sistema, dal 4-3-3 all’antico 4-2-3-1. Dionisi l’ha letta bene. Ha capito che con le mezzali al Picco non funzionava e che la contrapposizione migliore era quella col doble pivote e il trequartista. E così Raspadori è stato decisivo, ha segnato la doppietta del pareggio.
Adesso si pone il problema delle conclusioni da trarre. Tornare al 4-2-3-1 per ‘rivedere’ il vero Raspa? Non è così semplice. Di certo nel tridente del 4-3-3, ora che è rientrato Boga, non può starci. Insistere ulteriormente sarebbe una forzatura. Vedo meglio Defrel piuttosto, nel caso Boga dovesse partire a gennaio. O ancora meglio Djuricic, quando tornerà dall’infortunio. Raspadori deve innanzitutto trovare la giusta dimensione mentale. Infatti anche un eventuale cambio di modulo non gli garantirebbe il posto da titolare fisso, come magari si aspettava a inizio anno con la partenza di Caputo. Nel 4-2-3-1 il trequartista è Djuricic, se sta bene. Insomma Raspa dovrà sempre giocarsela con qualcuno. Se non col serbo, con Boga. È dura. Anche perché Scamacca adesso è difficile toglierlo da lì. Quando dico la giusta dimensione mentale intendo un certo grado di consapevolezza. Quello che ha permesso ieri a Raspadori di ribaltare la gara: entrare e fare la differenza. Raspa, semplicemente, deve sapere di essere un’arma importante a disposizione di Dionisi. La squadra potrà passare altre volte da un sistema all’altro, e magari ancora a partita in corso. Serve farsi trovare pronti. Evitare i musi lunghi da una parte e le forzature tattiche dall’altra.