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    Sassuolomania: ora che non abbiamo più timori

    Sassuolomania: ora che non abbiamo più timori

    • Luca Bedogni
    Posso dirmi ancora una volta meravigliato, euromeravigliato di fronte a questo Sassuolo. Prima assoluta in Europa, sei in trasferta; cominci malino e vai sotto all'8'. Fatichi a costruire perché le gambe degli avversari rispondono meglio, il tuo capitano è in affanno, perde qualche pallone di troppo in una zona del campo delicatissima. Si percepisce un po' di paura e nervosismo.

    Poi la fiducia in un'idea di gioco, questo confidare nei tagli alti dei terzini, Vrsaljko o non Vrsaljko, quando in tribuna o davanti al televisore c'è già chi inizia a dire che l'Europa è un' altra cosa, che ci volevano gli acquisti. Ma la squadra aveva bisogno solo di sciogliere quel groppo di inevitabile tensione, di timori legittimi, anche. Allora è stata proprio un'intuizione del suo capitano, appunto di uno dei più in difficoltà fino a quel momento, ad aver cambiato l'inerzia della partita. Con un lancio perfetto Magnanelli ha premiato l'iniziativa di Gazzola che, senza farsi grossi problemi di copertura, nel frattempo tagliava dentro come un'ala, fregando il proprio marcatore. Questi, ingenuamente, l'avrebbe poi travolto, in area, causando rigore.

    Così si presenta dal dischetto Berardi, un tipo molto timido ma al tempo stesso incredibilmente chiacchierato. Va alla Juve o all'Inter? Per il momento ha segnato con un piattone centrale una rete pesantissima, ancora per il Sassuolo. Di quelle che chiedi di segnare ai tuoi giocatori simbolo. Non è trascurabile l'importanza di questo gol da un punto di vista suo, personale. Doveva rialzarsi, Berardi, e ha cominciato a farlo nel migliore dei modi: gol e prestazione, tutto è ancora in vetrina.

    Al minuto 41, con quella rete, è davvero cambiata l'aria. Nel secondo tempo è il Sassuolo che ha in mano la partita: sull'esterno di Sansone capita la palla del raddoppio, ma la sua deviazione in corsa, lieve e sottoporta, viene intercettata dal portiere; fortuna loro. Poi l'ingenuità di uno dei neroverdi più esperti, Peluso, o se volete un mezzo regalo dell'arbitro, ci costa caro, almeno in quei secondi che separano la rincorsa di Neumayr dal tuffo di Consigli, in quegli attimi di apprensione che solo un calcio di rigore è in grado di suscitare. Se va così, allora questa è roba nostra, Babbel. Allora Duncan, al 74', può spaventarti definitivamente colpendo l'incrocio dal limite, quasi da fermo, come avrebbe fatto un fuoriclasse. Adesso si capisce perché, nonostante lo svantaggio e il rigore contro, Di Francesco la voleva vincere, questa gara. Perché effettivamente ci è mancato poco, pochissimo. Ma quando l'obiettivo è sempre così alto, si porta a casa  quasi sempre qualcosa di buono. Ora questo pari è un'iniezione di autostima, una sorta di doping consentito. Al ritorno, il 4, ne sono sicuro, vedremo un Sassuolo molto più in palla, ancora più spavaldo. E che molto difficilmente perderà.

    Nella mattina di ieri intanto, alle 9:31, la società comunicava ufficialmente di aver ingaggiato Pol Lirola ('97) dalla Juventus, a titolo di prestito biennale. L'anno scorso mi è capitato spesso di seguire la Primavera di Grosso, e naturalmente, di apprezzare le doti offensive di questo terzino destro di origine catalana. Spinge davvero tanto ed è anche parecchio tecnico. Ma basterà per sostituire Vrsaljko? La Juventus lo aveva preso nel gennaio 2015 dall'Espanyol, strappandolo alla concorrenza di Barcellona e Manchester City. Cresciuto sotto il modello, l'esempio di Lichtsteiner, Lirola avrà senz'altro avuto modo di imparare i segreti del ruolo da Fabio Grosso, ex terzino e campione del mondo. Una formazione migliore di questa non si poteva! Benvenuto. 

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