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Sassuolomania: Magnanelli e Bentancur, due errori simili soltanto all’apparenza
Se Magnanelli appena incappato nell’errore ha continuato a giocare come prima, questo non è avvenuto per ‘insensibilità’, anzi. E se De Zerbi ha tolto il capitano all’intervallo, non è stato certo per ‘punire’ il suo giocatore, bensì per rendere ancora più offensiva la squadra approfittando della superiorità numerica. Anche perché Magnanelli, professionista esemplare qual è, non aveva risentito minimamente dell’incidente a livello di prestazione. Non gironzolava per il campo spaesato come Bentancur a Oporto, spettro tormentato da amletici pensieri.
Anche l’errore in sé, analizzandolo, ha una natura molto diversa. Accostarli per accomunarli è solo una trovata strumentale che torna buona ai detrattori della costruzione dal basso. Mentre Bentancur è vittima di un lapsus, un cortocircuito concettuale che potremmo tentare di spiegare risalendo alle ‘leggi’ dell’inconscio (il giocatore che cede il pallone direttamente alla sua più grande paura), nel caso di Magnanelli è stato puramente un errore tecnico. Un fatto materiale, potremmo dire, come quando fori una ruota in autostrada. Sacramenti un po’ ma poi ti passa, chiami il carro attrezzi, riporti il pallone al centro. De Zerbi ai microfoni di Dazn ha sostenuto che forse Magnanelli avrebbe potuto fare un’altra scelta, girarsi e giocare in avanti o passarla a Lopez accanto a lui anziché tornare dietro da Marlon. Ma di triangoli di questo tipo (portiere-centrocampista-centrale) il Sassuolo ne chiude a dozzine nell’arco di ogni partita, sono il pane quotidiano. E assai di rado la pagnotta esce cattiva dal forno.