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    Sassuolomania: le sorelle sono otto. Lopez è un’ape con la mente di Escher

    Sassuolomania: le sorelle sono otto. Lopez è un’ape con la mente di Escher

    • Luca Bedogni

    Sette sorelle suona meglio, lo so, però forse è arrivato il momento di cambiare formula. Il Sassuolo con la vittoria di ieri sulla Sampdoria (1-0) ha tracciato un nuovo solco, e ora i neroverdi sono più vicini alle big che al resto della carovana. La Roma infatti dovrà battere il Cagliari se vuole tornare a +6 dagli uomini di De Zerbi. Samp e Verona invece stanno chi a dieci e chi a undici punti di distanza. E se è vero che l’Hellas ha ancora una partita in meno, deve pur sempre affrontare l’Inter quest’oggi.

    Dunque un nuovo solco separa non più le prime sette, ma le prime otto da tutto il resto. Le otto sorelle. Il Sassuolo è la più piccola, la più audace, per molti la più bella. Boga ha finalmente ritrovato lo spunto, la difesa è al completo, e oltre a vantare i migliori palleggiatori della Serie A, sembra anche più attenta. Emblematica la partita di Marlon e Ferrari al Meazza. Non meno importante la prestazione di Chiriches ieri.

    Poi ci sono giocatori diventati fortissimi: penso soprattutto a Pedro Obiang e Maxime Lopez. Il primo in certe partite è fondamentale, dà equilibrio e quantità, senza per questo trascurare la qualità funzionale ai principi di gioco di De Zerbi. È diventato super essenziale, più lucido e costante nell’arco della gara. Il francesino invece si è preso il Sassuolo. Adesso è davvero incredibile. Mi sembra che abbia quasi ‘spodestato’ Locatelli. È lui adesso che ha il potere di aumentare i giri del Sassuolo (vedi il suo ingresso nel secondo tempo contro il Milan). È lui il grande tessitore. Locatelli ormai gioca come in una bolla di superiorità, tira fuori la spada solo quando serve. Si concede qualche passeggiatina di trionfo, e la ben nota aristocratica pigrizia è un demone che lo tenta più di frequente. Lopez invece è un’ape laboriosa, operaia, ma con la mente di Escher. È dappertutto a costruire l’impossibile, a esplorare l’infinito sul rettangolo verde tramite innumeri distorsioni geometriche.

    Infine con un Berardi così, un Berardi mai stato così forte, si può vincere uno scontro diretto come quello con la Samp facendo a meno di tre centravanti: gli assenti Caputo e Raspadori, e il non pervenuto Defrel.    

      

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