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    Sassuolomania: la mano di Difra

    Sassuolomania: la mano di Difra

    • Andrea Melli
    Anche ad occhio nudo si è vista la differenza. La differenza di un Sassuolo che per svariati motivi non era di Alberto Malesani e che giustamente è tornato tra le mani di Eusebio Di Francesco, l’unico in grado di poter salvare i neroverdi. Anche una questione di cuore quella di Difra: lo spiegava nell’angusta sala stampa del “Dall’Ara”, quanto la A sia un patrimonio di tutti.

    Da difendere con le unghie e con i denti: l’ora e mezza di Bologna, quantomeno lasciano speranze in chiave salvezza. Si è ulteriormente complicata la classifica, ma lo spirito messo in mostra può rendere orgoglio allo stesso pescarese. Lo rivoleva la gente di Sassuolo, quella che domenica ha esposto dei cartoncini bianchi con su scritto “Di Francesco uno di noi”, e lui fondamentalmente non se ne era mai andato.

    Portare a casa l’impresa, perché ad oggi occorre definirla tale, passa anche dal sapere “legare” con i nuovi e riannodare quel filo con la vecchia guardia che in massima serie, il Sassuolo è stato capace di condurre. E non è un caso se i migliori, siano stati Chibsah e quel Missiroli, che è giocatore dalle eccelse qualità tecniche ma con poca “cattiveria”: contro il Bologna, pareva l’avesse (ri)acquistata.

    Merito di Eusebio, che nel “Missile” ha sempre creduto, uomo vero con valori importanti. Non doveva essere cacciato, perché era il meno responsabile: speriamo, sia bravo nel coprire anche gli errori altrui.
     

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